Con la Legge di Bilancio 2021, secondo la prima bozza, coloro che affitteranno più di 4 immobili con contratti di locazione breve saranno considerati come un’impresa: un passaggio che comporterebbe per tutti loro non solo l’apertura di una partita Iva e l’iscrizione al Registro delle imprese, ma anche la dichiarazione del reddito di impresa anziché fondiario, con tassazione dei ricavi fuori dalla cedolare secca.

E’ questo l’allarme lanciato da Property Managers Italia, Associazione Nazionale di categoria del Turismo Residenziale che rappresenta quasi un migliaio di aziende che operano in maniera professionale in questo settore, e più di 60.000 alloggi su unità immobiliari dislocate in tutta Italia. L’associazione è in contatto con parlamentari di entrambe le Camere: l’obiettivo è quello di apportare modifiche alla bozza di manovra, che arriva al termine di un anno che ha visto il turismo – e dunque anche le locazioni brevi – come uno dei settori più colpiti dalla pandemia e dal lockdown.

“Un proprietario che fa gestire in maniera professionale i suoi immobili da un property manager – osserva Stefano Bettanin, presidente di Property Managers Italia – e quindi da una società specializzata nella gestione degli immobili e che già è tassata con reddito da impresa, deve poter beneficiare della cedolare secca prevista sulla rendita fondiaria indipendentemente dal numero di immobili dati in gestione, siano questi immobili gestiti tramite locazioni brevi o tradizionali: non può essere costretto ad aprire una partita Iva o costituire una società, altrimenti si crea una disparità di trattamento ingiustificata”.