Emergenza coronavirus: dopo l’appello all’Italia, economisti e accademici si rivolgono all’Europa
L’iniziativa partita dall’Università di Pisa sta raccogliendo numerosi consensi all’insegna di un maggiore coinvolgimento dell’UE

E’ partita dall’Università di Pisa all’inizio di marzo una lettera aperta indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e al commissario Ue per l’Economia Paolo Gentiloni. Alla lettera-appello hanno aderito 160 economisti che esprimono la loro preoccupazione per le sorti dell’Italia e dell’Unione europea alle prese con l’emergenza coronavirus. Ora i due promotori dell’iniziativa, i professori Mario Morroni e Pompeo Della Posta stanno lavorando a un nuovo testo da rivolgere direttamente alle istituzioni europee con l’obiettivo di lanciarlo nei prossimi giorni.
“L’idea iniziale dell’appello – spiega Mario Morroni – ci è venuta l’8 marzo e subito abbiamo raccolto tantissime adesioni, quindi nei giorni successivi c’è stata la pubblicazione del documento su molte testate nazionali e locali come La Repubblica, Il Sole 24 Ore, MicroMega e Il Tirreno. In questi giorni stiamo preparando una versione inglese della lettera-appello che mira a raccogliere l’adesione di numerosi colleghi europei”.
Punto centrale della riflessione in corso è il coinvolgimento dell’Unione europea nella gestione della crisi, come del resto appare evidente dall’incipit stesso dell’appello italiano: “È urgente che l’Unione europea adotti un pacchetto di provvedimenti di politica economica in grado di far fronte alla grave crisi sanitaria ed economica, dovuta alla diffusione del coronavirus”.
“I Paesi europei – conclude Morroni – non possono affrontare la crisi singolarmente, occorre pensare a strategie di breve e lungo periodo, quindi a nuove misure per sostenere economia e sanità nell’ambito dei trattati esistenti, come ad esempio i cosiddetti Eurobond, e in prospettiva anche a una modifica dei trattati stessi”.

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ultimo aggiornamento: 30-03-2020