La crescente interazione tra branche specialistiche determina ormai in modo consolidato la possibilità di raggiungere traguardi clinici di notevole interesse, aprendo la strada ad approcci terapeutici sempre più efficaci.
E’ quello che è stato messo recentemente in atto all’ospedale Apuane dove il servizio di Radiologia interventistica diretto da Alessio Auci, di concerto con la struttura di Oncologia guidata da Andrea Mambrini e con l’unità operativa di Farmaceutica ospedaliera coordinata da Francesco Manteghetti, ha realizzato un intervento definito in gergo tecnico TACE (trans-arterial chemo embolization) su un paziente affetto da epatocarcinoma.
La novità tecnica è rappresentata dall’utilizzo di specifiche microsfere aventi come peculiarità farmacologica la “riassorbibilità totale” da parte dell’organismo.
Una volta che il Gruppo oncologico multidisciplinare (Gom) dedicato ai pazienti con epatocarcinoma ha posto indicazione a questo trattamento, è partita l’analisi della fattibilità tecnica del prodotto.
Le microsfere riassorbibili sono state chimicamente caricate con il chemioterapico dal servizio di Farmaceutica ospedaliera che ha realizzato una preparazione in adeguate condizioni asettiche infondibile attraverso il letto ematico.
Le microsfere normalmente utilizzate nella TACE non si riassorbono ma rimangono in situ embolizzando il vaso in cui vengono depositate. La riassorbibilità del prodotto utilizzato ha consentito invece il mantenimento della pervietà dei vasi sanguigni utilizzati per l’infusione, garantendo una biodisponibilità totale del chemioterapico, che ha espletato la propria efficacia terapeutica a stretto contatto con la lesione epatica.
Uno dei principali vantaggi dell’intervento è la possibilità di reiterare l’approccio all’interno degli stessi vasi, incrementando così l’efficacia del chemioterapico.
La tecnica utilizzata verrà consolidata nel prossimo futuro con l’intento di trasformarla in un percorso operativo definito e standardizzato.
Questo approccio è stato attuato nei giorni scorsi per la prima volta in Azienda USL Toscana nord ovest. La stessa metodica è parallelamente in corso di sviluppo in Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (AOUP) e nei centri specialistici di Milano, Torino e Roma.
L’Asl sottolinea che il paziente ha ben tollerato la procedura ed è stato dimesso senza alcun effetto collaterale rilevante.