Le grandi difficoltà nascondono, a volte, anche grandi opportunità. Erano i primi mesi di pandemia quelli più bui quando nacque Bonometto, che oltre ad essere un piccolo, ma vissuto centro di cucineria toscana è una propaggine della più conosciuta S. Omobono, vera e propria istituzione tra le trattorie pisane. L’idea di Luca Ghinzani impreziosisce la nuova gustosa pubblicazione che raccoglie profumi, sapori e risate da osteria, Lo Spentolar Pisano. Profumi, risate e ricette nel centro storico. Andata e Ritorno Edizioni di Reggio Emilia, in vendita al Pisa Book Festival, stand 45 di Antiche Porte.
Il nuovo simpatico volumetto è dedicato a tutti i buongustai non solo pisani che conoscono i locali da anni. “Quando una cosa nel tempo vale, dura. La trattoria c’è da trent’anni, questa pubblicazione dopo sei anni ci continua ad essere richiesta. Allora abbiamo pensato, nel riproporla, ad una piccola modifica fatta in punta di forchetta: renderla più gustosa”, dice l’editore. Storia del locale, ricette, testimonianze di vita vissuta, e tanti sorrisi si leggono nelle pagine della nuova pubblicazione, che riporta scritti di vari autori-frequentatori dei due luoghi.
Il luogo dove sorgono i due locali è nel pieno cuore della città “tanto da essere probabilmente già abitato in epoca romana ed essere già insediato nell’alto medioevo”, scrive Daniela Stiaffini, ma la cosa interessante è che il vano della Trattoria apparterebbe ad una chiesa dell’XI –XII secolo. E dove oggi si brinda e si scherza un tempo si pregava e si sentivano i salmi in latino. L’idea della trattoria passa attraverso una filiera storica che racconta la presenza di norcini in questa piazza, dice Giuseppe Meucci, fino a quando in tempi recenti, ma non troppo, l’accoglienza di Simone e la trippa di Oriana diedero vita a quel locale che tutti conoscono e frequentano anche oggi, racconta Fabrizio d’Angelo. All’inizio era un affare di famiglia dice Simone Frendo, che ha dato vita alla trattoria a cui poi si è aggiunto Bonometto, su idea appunto di Luca Ghinzani cuoco istrionico dalla radice milanese ma trapiantato in riva all’Arno, che nel volume ha firmato una cinquantina di ricette, con nuove e gustose proposte tra antipasti, primi e secondi piatti e dolci, non solo di tavola toscana. Dalla Cecina alla Testicciola alla pisana; dalle Brachette alla renaiola al Bordatino; dalle Seppie in zimino al Peposo e dulcis in fundo, la Kinzica, il ponce e la pinolata.