Il leggendario Drago d’Arezzo viene interpretato dall’artista apuo-versiliese Laura Lorenzini, in arte Nadine, che celebra il mito in un pregevole carboncino su carta, che fa seguito all’apprezzata interpretazione di Matelda dei Conti Guidi di Poppi ed a quella della Chimera, simbolo della città toscana famosa per l’oro e per l’alta moda.

La Leggenda. Siamo nel terzo secolo dopo Cristo, la città di Arezzo viene tormentata dagli assalti di un drago. Proveniente dalla terra allora insalubre della Val di Chiana, la mostruosa creatura arriva nel centro della città per cercare vittime. Gli antichi aretini tributavano – infatti –  al Drago sacrifici umani in periodi determinati per placarne la fame.

In città – dove permanevano ancora usanze pagane – venivano scelti i neonati più gracili e, una volta al mese, ne veniva lasciato uno presso la piazza principale, in attesa che il Drago si fosse saziato. 

Donato – allora vescovo di Arezzo – scandalizzato per la sottomissione dei cittadini nei confronti della bestia e inorridito dall’usanza dei terribili sacrifici, promise di uccidere il Drago. 

Secondo una delle versioni della leggenda, Donato affronta con valore il mostro e riesce a ferirlo in maniera esiziale. Secondo un’altra versione, consapevole di non poter sfidare il dragone, egli ricorse all’astuzia:  fece confezionare un fantoccio con delle pietre e della paglia avvelenata avvolti nelle fasce di un neonato.

Il Drago, attirato dall’odore di bambino, divora il pupazzo e viene soffocato dalla paglia, restandone ucciso. Grazie alla vittoria sul drago, San Donato conquistò fin da subito la devozione del popolo aretino.

“Ho disegnato il Drago”, spiega l’artista Laura Lorenzini, “con il ventre più scuro rispetto al resto del corpo, in verità piuttosto sfumato”. “Il mostro”, prosegue Nadine, “è raffigurato di profilo, con la testa rivolta leggermente all’insù e sembra orientarsi verso la città di Arezzo, dove la leggenda vuole che compia le sue cruente gesta”.

Laura Lorenzini ‘Nadine’, nata a Viareggio nel 1988, è legata alla città di Carrara per avervi trascorso parte della propria infanzia e della propria adolescenza. Raffigura da tempo miti e leggende. Molto attenta ai significati esoterici, sviluppa la sua arte legata a miti e leggende popolari, italiane ed europee. Si è interessata particolarmente alle leggende legate alla zona di Arezzo e del Casentino.

Eloquenti i titoli di alcune delle sue opere: “Matelda”, “La Chimera”, “Il castello di Poppi, ossia la dimora di Matelda”, “La Sirena viareggina”, “La Sirena apuana”, “Energie esoteriche”, “L’incantatrice”,”Ondina”,“La Farfalla della Fortuna”, “Il linchetto”, “La Grassina”, “La magia della Luna ossia la leggenda del vampiro di Birmingham”, “Il Licantropo di Carrara”, “Il satiro Mezzacapra”, “Pia de’ Tolomei”, “Omaggio a Dante Alighieri”, “La dea Ostara”. Inoltre, in omaggio al Maestro Giacomo Puccini, ha realizzato un carboncino su carta raffigurante Turandot, attualmente parte di una collezione privata. 

Nel corso degli ultimi anni si è parlato delle opere di Nadine anche all’estero: dalla trasmissione radiofonica “Voce – Dall’Italia all’Argentina” su CNN Radio Rosario, al sito di informazione britannico “The Birmingham Press”, che ha dedicato nella sezione “Art&Leisure” uno spazio al carboncino sul vampiro di Ward End, al sito di notizie statunitense Live-Feeds.com, che ha illustrato le opere di Nadine sul Linchetto e sulla Grassina.