L’episodio è avvenuto domenica mattina, 3 aprile, nella sede della Guardia medica di Campo di Marte a Lucca. “Intorno alle 11 – racconta la dottoressa, residente a Pisa –  un uomo telefona in ambulatorio chiedendo la prescrizione del metadone. Al mio rifiuto ha iniziato a minacciarmi. Mentre gli spiegavo che se avesse avuto bisogno di assistenza medica lo avrei aiutato, mi faceva intendere che sarebbe venuto a picchiarmi. Ho quindi chiamato una prima volta il 112 che mi ha poi messo in contatto con la polizia. Agli agenti ho riferito delle minacce e mi è stato detto che l’uomo fosse un pregiudicato già noto alle forze dell’ordine”.

Nel frattempo, intorno a mezzogiorno, l’uomo piomba nella sede della guardia medica dove, per fortuna, la dottoressa non è sola ma assieme a un altro collega. La donna riesce a chiamare per la terza volta la polizia, che infine arriverà, mentre l’uomo la minaccia e urla inferocito. “Per fortuna – racconta la dottoressa – c’era con me un collega che è riuscito a tenere lontana da me questa persona. Siamo molto scossi da quello che è avvenuto, fra l’altro in pieno giorno. Questa – commenta – non è la prima e non sarà, purtroppo, neppure l’ultima aggressione che noi medici di guardia subiamo”.

“Perché dobbiamo lavorare in un clima di perenne tensione e paura di aggressioni o ritorsioni? Vorremmo essere messi nelle condizioni di fare il nostro lavoro in serenità. Trovo abbastanza singolare – commenta la professionista – che non sia previsto, ad esempio, un numero diretto attraverso cui, noi pubblici ufficiali in servizio, possiamo contattare le forze dell’ordine. È singolare che i nostri ambulatori e le nostre sedi, in particolare di notte, non abbiano un presidio di sicurezza. All’estero è la norma: le guardie mediche hanno servizi di sicurezza; qui invece no”.

Dura la condanna del consiglio direttivo Continuità Assistenziale e il Consiglio Provinciale FIMMG (Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale) di Pisa che esprime solidarietà alla collega aggredita. “Si tratta dell’ennesimo episodio di violenza ai danni di un medico di Continuità Assistenziale in servizio – commenta Luca Puccetti, segretario provinciale di FIMMG Pisa -. Non è più accettabile continuare a lavorare in condizioni di scarsa sicurezza e non si può aspettare che si verifichi il peggio per vedere un intervento concreto da parte dell’azienda sanitaria e delle autorità competenti. Occorrono urgentemente iniziative e percorsi condivisi volti a favorire la tutela di chi esercita la professione medica in continuità Assistenziale”.

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ultimo aggiornamento: 07-04-2022