“L’allarme che mi arriva intorno alle 23, la corsa verso l’andana degli anelli gli occhi impauriti di Loris Rispoli che abbraccia la madre e quelli smarriti del mozzo Alessio Beltrand appena tratto in salvo.


L’uscita in mare sul rimorchiatore che fa lo slalom nel mare in fiamme intorno all’Agip Abruzzo, gli oblò rosso fuoco che spiccano sul Moby tutto nero che procede per inerzia a sud di Livorno e poi la fiamma ossidrica usata per aprire un varco nel relitto distrutto riportato a banchina i lenzuoli bianchi sopra le vittime e poi uno, dieci, trenta cortei per le strade di livorno con i nomi letti e le rose in mare.


Sono queste le immagini che io ho ben impresse nella mente che tratteggiano il mio pensiero e l’esperienza vissuta direttamente. Immagini che ho rivisto nitidamente nella mia testa ieri sera quando preparvo l’intervento per l’anniversario numero 31 e che voglio condividere con voi.
Oggi, dopo due anni in cui il Covid ha limitato lo svolgersi delle iniziative per ricordare la più grande tragedia della marineria civile italiana, torniamo in presenza, torniamo tutti insieme per continuare il percorso che ha visto la comunità livornese unità alle comunità di tutte le città coinvolte nel dramma del Moby prince per utilizzare la leva del ricordo e della memoria per spingere con forza alla ricerca della verità definitiva e della giustizia purtroppo tardiva.


Oggi ci ritroviamo qui, ancora senza Loris Rispoli la persona che in questi 30 anni più di tutti si è impegnato per non far dimenticare ciò che è accaduto il 10 aprile 1991. Ieri pomeriggio siamo andati a trovarlo a casa sua, è stata un’emozione incredibile che rende tutto quello che sto vivendo in questo giorno ancora più toccante ed emozionante, gli occhi di Loris erano gli stessi di sempre, con un misto di sgomento e rabbia ma anche di speranza e fiducia.


Negli sguardi che ci siamo scambiati con Loris ma anche nel rapporto con Nicola Rossetti e con tutti voi che siete qui dobbiamo trovare la forza che ci permette di non cedere di un centimetro nel chiedere e impegnarsi per far dare risposte definitive la dove risposte definitive non ci sono state.


In questo senso, quando i decenni che passano sono come una fitta nebbia che avvolge tutta la vicenda, c’è il lavoro della commissione parlamentare che mi dicono stia procedendo in maniera proficua. Quella commissione è partita dalla tentazione di attribuire la responsabilità a chi non c’era più, al comandante Ugo Chessa e all’equipaggio. Questa irresponsabile tentazione si incrociava con l’incapacità tecnica di vedere le cose che oggi invece possiamo capire. Le registrazioni delle comunicazioni radio di quella notte furono trascritte solo in parte. Ora è cominciato il loro trasferimento digitale. E’ stato scelto di seguire un metodo di grande concretezza, senza inseguire le piste più fantasiose, per quanto legittime. E dunque si è puntato su l’ascolto dei nastri, le foto satellitari, e le indagini sulla esplosione. E’ stata coinvolta una società di ingegneristica di Fincantieri, per fare una ricostruzione della dinamica della collisione sulla base dei dati di cui disponiamo. E si spera che entro l’estate si possa arrivare a ricostruzioni degne di tal nome. Noi tutti nel frattempo siamo qua, forti della certezza che la nebbia dei decenni che passano la faremo diradare con l’impegno, l’attenzione, il ricordo e la memoria”.

Così il sindaco Livorno Luca Salvetti nella Sala del Consiglio Comunale, nel trentunesimo anniversario della tragedia del Moby Prince, la più grande della navigazione italiana che si consumò nella terribile notte del 10 aprile 1991 a poche centinaia di metri dalla costa di Livorno.

Anche quest’anno l’anniversario, ancora senza verità ufficiali, è stato ricordato senza la presenza di Loris Rispoli, il quale in tutti questi anni, come presidente dell’associazione “140 Familiari delle Vittime del Moby Prince” (una delle due associazioni in prima linea per la ricerca della verità, insieme all’associazione “10 Aprile” guidata da Angelo Chessa), ha incessantemente cercato risposte sul drammatico accaduto.

Sia il sindaco Luca Salvetti che il vicepresidente dell’associazione “140 Familiari delle vittime del Moby Prince”, durante la cerimonia in Fortezza Nuova, hanno ricordato e salutato Loris Rispoli che da casa ha seguito tutte le celebrazioni.

La giornata del trentunesimo anniversario è stata scandita da tanti momenti, ognuno con un profondo significato simbolico .

La mattina si è aperta con alle ore 11.00 in Fortezza Nuova deposizione di una corona al Monumento in ricordo delle Vittime” Koningin Juliana” realizzato alcuni anni fa dall’artista Federico Cavallini: un cubo in ferro da imbarcazione battuto simbolicamente sui lati con strumenti da demolizione. L’effetto creato è quello pugni battuti dall’interno della nave. I “bozzi” sono 140 così come le vittime della tragedia e come le piantine bianche dell’attigua aiuola, il “giardino della memoria” del Moby Prince. All’evento hanno partecipato il sindaco Luca Salvetti, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo, il senatore Luigi De Falco, il consigliere regionale Francesco Gazzetti, Nicola Rosetti presidente dell’associazione “140 Familiari delle vittime del Moby Prince”, le autorità civili e militari al completo e i familiari delle vittime.

alle ore 12.00 in Cattedrale funzione religiosa officiata dal vescovo Simone Giusti;

alle ore 14.30 a Palazzo Comunale, in Sala Consiliare, cerimonia con il saluto del sindaco Luca Salvetti ai familiari, ai rappresentanti delle istituzioni e alle Delegazioni dei Comuni partecipanti. I cittadini hanno potuto seguire la cerimonia in diretta streaming, sul canale YouTube “Consiglio Comunale Livorno”.Sono intervenuti il deputato Andrea Romano Presidente della commissione di inchiesta sulle cause del disastro della nave Moby Prince, il senatore Luigi De Falco, il presidente dell’associazione “140 Moby Prince” Nicola Rossetti, Angelo Chessa presidente onorario dell’associazione “10 aprile” e Luchino Chessa, 15 rappresentanti di Comuni italiani che hanno avuto vittime nella tragedia del Moby Prince, due rappresentanti dell’Associazione “Il mondo che vorrei” (associazione dei familiari delle vittime della strage di Viareggio), le istituzioni politiche e militari cittadine, il consigliere regionale Francesco Gazzetti, i deputati Francesco Berti e Manfredi Potenti. Tutte le istituzioni citate hanno partecipato agli eventi dell’intera giornata. I familiari delle vittime hanno assistito alla cerimonia nella Sala del Consiglio Comunale e in Sala Cerimonie dove è stato allestito un maxischermo.

alle ore 16.30 lungo corteo da piazza del Municipio al Porto, con i gonfaloni di tutti i Comuni presenti, percorrendo viale Avvalorati, piazza della Repubblica, via Grande fino all’Andana degli Anelli all’interno del Porto Mediceo;

alle ore 17.00 all’Andana degli Anelli deposizione di un cuscino di rose donato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di una corona di alloro presso la lapide che riporta tutti i nomi delle vittime. Lettura dei nomi dei 140 morti, eseguita quest’anno dal sindaco Luca Salvetti, dal consigliere regionale Francesco Gazzetti, da Nicola Rosetti, da Angelo e Luchino Chessa e Sergio Romboni. La cerimonia si è conclusa con il lancio in mare di 31 rose rosse, una per ogni anno trascorso dalla notte del 10 aprile 1991.

Alle ore 18, alla Goldonetta (via Enrico Mayer) è stato rappresentatoM/T Moby Prince 3.0”, uno spettacolo teatrale che ripercorre in 70 minuti la tragedia del traghetto incendiato e le successive vicende processuali.
Ha introdotto la vicesindaca Libera Camici e i rappresentanti delle associazioni dei familiari delle vittime “140” e “Associazione Aprile” Nicola Rosetti e il figlio di Ugo Chessa, Luchino.

Gli autori di “M/T Moby Prince 3.0” sono Francesco Gerardi e Marta Pettinari, recitano Lorenzo Satta e Alessio Zirulia, la regia è di Federico Orsetti, produzione “Grufo e Grufo” e “La Nave Europa” in collaborazione con Teatro Nazionale di Genova e con il patrocinio della Regione Toscana.
Due giovani attori che all’epoca dei fatti non erano ancora nati si alternano sul palco per raccontare l’incidente dal punto di vista di chi era a bordo del traghetto. Attraverso una serie di monologhi incrociati alternati a materiali d’archivio e ricostruzioni in 3D, a parlare sono vite comuni, ricordi dei testimoni, documenti ufficiali. Un atto unico che non racconta solo le vicende umane, ma si addentra nelle contraddizioni della fase processuale, nelle tante lacune emerse nella ricostruzione dell’incidente e negli interrogativi aperti dalla recente Commissione Parlamentare d’Inchiesta.
Rappresentato per la prima volta al Goldoni nel 2006, lo spettacolo ha fatto il giro dei principali teatri italiani, tra cui il Piccolo Teatro di Milano/Teatro d’Europa, il Teatro Stabile di Torino, l’Arena del Sole di Bologna. Nel 2021 è stato realizzato questo nuovo allestimento con un testo radicalmente rivisto e aggiornato, e due nuovi interpreti.


Alle ore 21.15 nella Chiesa dei Salesiani(viale Risorgimento 77) concerto in memoria delle vittime eseguito da EstrOrchestra – Coro Rodolfo Del Corona (Barbara Marchetti soprano, Luca Stornello direttore del coro, Chiara Morandi direttore).

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ultimo aggiornamento: 11-04-2022