Dal 17 al 19 marzo si è riunito a Pisa il consorzio Europeo del progetto Autocapsule, coordinato dall’Università di Pisa nell’ambito del pilastro Excellent Science di Horizon Europe, e che vede come partners l’Università di Leeds, l’Università di Glasgow, IMEC e  Quantavis.

Il progetto prevede la progettazione di una capsula sensorizzata, ad alto grado di autonomia, che potrà effettuare uno screening accurato dell’apparato digerente, e contrastare le molteplici malattie che interessano questo tratto.

“Entro fine anno – afferma Giuseppe Iannaccone, professore di elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e coordinatore del progetto –  verranno messi a punto i primi due dispositivi: una capsula impiantabile per il tratto gastrointestinale e una capsula endoscopica pilotata con manipolazione magnetica mediante un braccio robotico esterno.”La combinazione di dispositivi mobili e impiantabili, di sensori sofisticati e delle tecniche di robotica medica – prosegue Iannaccone – ha potenzialità eccezionali per portare tecniche di diagnostica avanzata dall’ospedale all’ambulatorio, aumentando di gran lunga le capacità di screening” .

ll gruppo di ricerca al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo pisano sta sviluppando l’elettronica necessaria per pilotare i sensori, acquisire i segnali, comunicare con l’esterno e fornire potenza alla capsula in modo wireless attraverso il corpo umano. Elettronica che sarà tutta realizzata su chip, per occupare poco spazio e consumare poca potenza.
 “Per noi che ci occupiamo di tecnologie abilitanti  – conclude Iannaccone – la sfida è avvincente e difficilissima: trasferire senza filo energia elettrica una capsula che si trova nel tratto intestinale e ricevere i dati che trasmette. Si tratta comunque di una tecnologia trasversale, che una volta sviluppata si può impiegare in numerose applicazioni indossabili o impiantabili sia in ambito medico sia in altri ambiti.