A distanza di due settimane dalla chiusura della mostra la Fondazione Museo del Tessuto presenta un primo bilancio con i risultati raggiunti in termini di visitatori e partecipazione alle attività.

Nell’arco dei nove mesi di apertura (22 maggio 2021 – 23 gennaio 2022), la mostra è stata visitata da quasi 14.000 visitatori, con una media di 1.560 persone al mese e una media di 68 persone al giorno. A questi si aggiungono gli oltre 3.000 utenti che hanno partecipato alle iniziative collegate ai temi della mostra svolte in modalità on line.
32 le visite guidate organizzate per il pubblico singolo; 4 le conferenze on line sui canali Facebook e Youtube del museo che hanno riscosso la partecipazione di oltre 2.000 utenti della rete; 4 i concerti organizzati in collaborazione con la Fondazione Puccini di Lucca e l’Associazione Perché Verdi Viva per un totale di oltre 300 persone; 12 le attività per famiglie programmate tra giugno e dicembre per un totale di 177 partecipanti.
La percentuale dei biglietti venduti in modalità on line è pari al 7%.

“Sono numeri molto importanti” – sottolinea il Presidente Francesco Nicola Marini – “composti principalmente da utenti singoli o da piccoli gruppi familiari, considerato che è venuta a mancare quasi totalmente la presenza di gruppi organizzati causa pandemia da COVID19.  Inoltre bisogna anche ricordare le forti limitazioni in termini di capienza che l’emergenza sanitaria ha imposto su ogni forma di attività organizzata, con la riduzione del 60% dei partecipanti alla visita guidata, il dimezzamento del numero dei partecipanti alle attività per famiglie e la capienza ridotta del 50% per eventi come concerti e spettacoli”.

“In un tempo caratterizzato da grande incertezza, Turandot ha raggiunto risultati del tutto ragguardevoli – dichiara Simone Mangani Assessore alla Cultura del Comune di Prato – merito della proposta qualitativa e della credibilità del Museo del Tessuto”.

Proprio perché la pandemia oramai da due anni condiziona fortemente la fruizione di contenuti culturali, il Museo ha condotto un’indagine a campione tra i mesi di giugno e dicembre per monitorare la provenienza del proprio pubblico.
L’indagine ha coperto il 61% dei visitatori complessivi della mostra per 6 mesi continuativi: il 36% del pubblico è provenuto dalla provincia di Prato, il 35 % dalle altre province toscane, il 19% dalle altre province italiane e il 10% dall’estero.

“E’ la conferma che la mostra ha attirato principalmente un turismo di prossimità, premiando in modo particolare le province toscane, forte anche della stretta collaborazione che il Museo ha instaurato con i territori di Lucca, Montecatini, Firenze e Mugello per la creazione degli itinerari pucciniani e chiniani che sono confluiti nel progetto Passaporto Turandot” – commenta il Direttore Filippo Guarini.

Infine vi è un altro risultato importante che la mostra ha generato: la donazione da parte di Paola Chini, nipote dell’artista, di alcuni oggetti prestati al Museo in occasione della mostra. Nello specifico, la valigia da viaggio di Galileo Chini con le pubblicità degli alberghi in cui ha soggiornato nei suoi viaggi di lavoro, oltre a una bella giacca da giorno, indossata durante il soggiorno in Thailandia del 1913 per la decorazione della cupola del Palazzo Reale di Bangkok (come testimonia la foto allegata).
Questi due oggetti si aggiungono ai due splendidi rasi ricamati in seta di manifattura thai che la stessa Paola Chini donò al Museo in occasione dell’apertura della mostra.