L’Università di Pisa presenta il suo Gender Equality Plan, che si articola intorno a precise aree tematiche: equilibrio tra lavoro e vita privata e cultura organizzativa, equilibrio di genere nella leadership e nel processo decisionale, parità di genere nel reclutamento e nella progressione di carriera, integrazione della dimensione di genere nei contenuti della ricerca e dell’insegnamento e misure contro la violenza di genere, comprese le molestie sessuali.

Il piano era stato sollecitato, pochi mesi fa, anche dagli studenti dell’università che avevano affisso cartelli nei bagni pubblici dell’ateneo con scritto “bagno neutro” e distributori di assorbenti per donne. Il piano, approvato nel dicembre 2021 dal senato accademico e dal consiglio di amministrazione risponde a precise indicazioni europee che lo individuano come strumento necessario per la sottoscrizione di Grant Agreement con la Commissione Europea da parte di tutti gli enti di ricerca europei.

Il rettore di Pisa, Paolo Maria Mancarella ricorda che “l’Università di Pisa ha attivato questo processo attraverso l’istituzione, per mia iniziativa, di un gruppo di lavoro che ha visto la partecipazione di soggetti diversi per genere, per età e per ruolo all’interno dell’organizzazione, portatori di esperienze culturali, amministrative e politiche differenti. La condivisione dello strumento è stata assicurata dal confronto e dall’approvazione avvenuti sia all’interno del Senato Accademico, sia del Consiglio di Amministrazione, con la partecipazione, dunque, di tutte le componenti della comunità universitaria. Tali passaggi hanno teso a garantire da un lato la piena e convinta assunzione di responsabilità da parte degli organi di vertice sugli obiettivi contenuti nel documento, dall’altro la più diffusa condivisione e l’impegno da parte di tutti e tutte verso l’implementazione delle misure progettate. Così il GEP non rappresenta il mero assolvimento di un adempimento burocratico, ma un piano strategico di innovazione e sviluppo dell’Ateneo”.

Si tratta di un processo che parte da una fase di raccolta di dati quantitativi, normativi, e pratiche all’interno dell’istituzione, procedendo attraverso la pianificazione, durante la quale si stabiliscono obiettivi e target e una tempistica delle misure da realizzare, nonché le risorse necessarie per farlo.Tra le misure si segnala l’attivazione di uno sportello antiviolenza dedicato alla comunità universitaria, il cui avvio è previsto per questa primavera; l’introduzione di uno strumento specifico per la valutazione dei rischi sul lavoro in ottica di genere; il potenziamento delle misure di conciliazione e bilanciamento tra tempi di vita e tempi di lavoro da anni realizzate dal CUG;  l’adozione di linee guida per l’equilibrio di genere nelle nomine e le designazioni da parte degli organi collegiali e monocratici; l’introduzione di incentivi per le chiamate dirette di studiosi/e del genere sottorappresentato, rientranti nelle categorie previste dalla legge per le chiamate dirette; l’istituzione per ciascuna struttura di delegati/e per le questioni di genere e le pari opportunità; l’attivazione, già a partire dal prossimo anno accademico, di un insegnamento transdisciplinare e trasversale a tutti i corsi di laurea di “Studi di genere” e l’avvio di un master in “Studi, istituzioni e politiche di genere”. Sarà inoltre istituito l’ufficio per l’eguaglianza e le differenze, per la quale sarà reclutato personale dedicato.