“Esprimiamo la nostra massima solidarietà agli isolani del Giglio, di Capraia, dell’Elba. Sosteniamo la richiesta di Sergio Ortelli, sindaco del Giglio e vicepresidente dell’Ancim (associazione nazionale comuni isole minori) di una revisione immediata di queste norme capestro”. Così in una nota OraToscana, rete di civismo, ambientalismo e autonomismo.

Confinati sulla propria isola. È quanto rischiano i residenti non vaccinati che abitano sull’Isola del Giglio (Grosseto) o sull’Isola d’Elba (Livorno), a Capri, come a Ischia o a Procida (Napoli), a Porto Torres (Sassari) come a Lampedusa (Agrigento), a Ponza (Latina) e nelle altre isole cosiddette minori in Italia. Da lunedì prossimo infatti, senza super green pass, non si può salire su un mezzo di trasporto pubblico e quindi neanche su un traghetto (o aereo) per raggiungere la terraferma. Per questo i comuni che fanno parte di Ancim, l’associazione nazionale comuni isole minori che ne comprende 35 nel nostro Paese per, un totale di oltre 200 mila residenti, è pronta a chiedere una deroga al Governo, sulla falsa riga di quella già concessa in passato quando l’intera penisola era in zona rossa e vigeva il lockdown di tutte le attività.

A denunciare la situazione è Sergio Ortelli, vicepresidente di Ancim e sindaco dell’Isola del Giglio. Il divieto che scatterà il prossimo 10 gennaio per chi non ha green pass rafforzato di salire su un bus o un traghetto, previsto dal decreto legge 229 del 30 dicembre, lo ha lasciato chiaramente interdetto.

“Senza green pass rafforzato, quindi senza guarigione da covid o senza vaccino, non si potrà più salire su un trasporto pubblico. Che, per noi isolani, significa rimanere bloccati sull’isola”, – dice Sergio Oretelli -. “Non voglio entrare nel merito della motivazione che porta le persone a non vaccinarsi: c’è chi non lo fa per principio, chi per paura. Ma, come sindaco di una comunità, devo garantire i diritti anche di coloro che non si vaccinano. Per cui o si introduce l’obbligo di vaccinazione, e fine della storia. Oppure, non è pensabile che un cittadino della terraferma abbia più diritti di un cittadino di un’isola. Di fatto chi vive sulla terraferma ha un’alternativa all’uso del mezzo pubblico, che si chiama mezzo privato. Un cittadino del Giglio ha come unica alternativa quella di farsi a nuoto 13 miglia in mare”.

La questione rischia di andare a ledere alcuni diritti fondamentali, come quello alla salute o all’istruzione. Gli ospedali più vicini si trovano sulla terraferma in gran parte dei casi, così come le scuole, in particolar modo quelle di grado superiore. “Non si possono negare i diritti di chi deve prendere un mezzo pubblico, quindi un traghetto, per fare una visita medica in ospedale o per andare a scuola. L’obbligo di avere green pass per salire su un traghetto – aggiunge Sergio Ortelli – penalizza chi vive su un’isola, rispetto a chi vive sulla terraferma”. Nella tarda mattinata di oggi i comuni che aderiscono ad Ancim si sono riuniti in videoconferenza. “Ci stiamo già muovendo come associazione – spiega il sindaco del Giglio – per chiedere una deroga al decreto legge che impone l’uso del green pass rafforzato per salire su un mezzo pubblico. Una deroga che valga almeno per chi deve recarsi sulla terraferma per fare una visita in ospedale o per andare a scuola. In molti casi parliamo di persone molto anziane o di bambini: non è pensabile togliere loro dei diritti. Come sindaci di una comunità – conclude il sindaco dell’isola toscana – siamo costretti e obbligati a garantire assistenza sanitaria anche a chi non si vaccina. E questo vale anche per i servizi scolastici. Come garantirlo, non lo so: l’unica strada è che il governo conceda una deroga per chi, isolano, non ha alternative al mezzo pubblico”.

La pensa allo stesso identico modo Angelo Zini, sindaco di Portoferraio, comune dell’Isola d’Elba. “Dobbiamo garantire i diritti dei singoli cittadini. Io sono assolutamente a favore della vaccinazione, anche dell’obbligo vaccinale. E condivido l’introduzione del super green pass sui mezzi di trasporto pubblico, lo trovo corretto. Ma è chiaro che se in diritti fondamentali, come il diritto alla salute e il diritto all’istruzione, vengono meno, bisogna intervenire. I comuni delle isole minori sono tutti d’accordo nel chiedere una rettifica del provvedimento, che tenga presente delle nostre istanze. L’idea – spiega il primo cittadino elbano – è quella di una deroga simile a quella concessa per le isole minori quando tutta Italia era in lockdown e in zona rossa. Non si tratta – precisa Zini – di voler tutelare una minoranza: si tratta di tutelare i diritti del singolo, che altrimenti vengono meno. Non vogliamo privilegi per le isole minori – conclude il sindaco toscano – ma vogliamo gli stessi diritti. Un cittadino di un’isola quando arriva sulla terraferma dovrà rispettare gli stessi obblighi: ma lasciamo prima che ci arrivi, sulla terraferma”.