Per riportare il mercato a depurarsi dei falsi si devono riportare in Italia gli archivi di Modigliani sequestrati a Ginevra. Il ministero si impegni per restituire dignità al pittore italiano più venduto e falsificato nel mondo”

La storia del presunto falso Picasso, attribuito alla mano di Modigliani, che in questi giorni vede contrapposti il gallerista Guido Guastalla ed il critico d’arte Marc Restellini, non è una novità. Nel nostro libro “L’Affare Modigliani” e nelle successive edizioni in lingua inglese abbiamo scritto dettagliatamente di un ritratto esposto nel corso delle celebrazioni per il centenario della nascita di Amedeo Modigliani, nel 1984 a Livorno.

Il ritratto, come altre opere scultoree, sempre attribuite a Modigliani, erano state prestate dal collezionista newyorkese Klaus Perls, titolare dell’omonima galleria. Esistono delle dichiarazioni dell’epoca, veicolate dall’Istituto Amedeo Modigliani Parigi – Roma, e attribuite a Jeanne Modigliani, secondo le quali le “opere” prestate da Perls erano dei falsi. Non sappiamo se a dettare quella dichiarazione sia stata personalmente Jean Modigliani che pochi giorni dopo decedeva in circostanze sospette. La provenienza del ritratto dalla Galleria Perls, che Carlo Pepi (autorevole esperto di Modigliani) senza essere mai stato smentito aveva definito “una fabbrica di falsi”, oltre ad una presa di posizione della figlia di Picasso, Maya (sulla cui affidabilità non ci pronunciamo), ci fecero sospettare e ci fanno sospettare che effettivamente quell’opera non era stata prodotta da Amedeo.

Riteniamo quindi, in linea e coerentemente con il nostro lavoro, che le autorità debbano approfondire gli accertamenti per capire:

a) se si tratti dello stesso dipinto esposto a Livorno nel 1984

b) se verrà sottoposta ad analisi approfondite, come è stato fatto per i dipinti e i disegni sequestrati a Genova.

In ogni caso e per dovere di cronaca, vogliamo far presente alcune nostre perplessità:

  1. L’esposto presentato dal signor Guastalla non indica nessun elemento sufficiente a far ritenere che la competenza sia del Giudice italiano. Si tratterebbe al momento di una ipotesi di reato eventualmente commessa da cittadino straniero in un paese straniero, fuori dalla competenza territoriale italiana.
  2. Nell’esposto (che abbiamo potuto visionare) si fa riferimento a presunti complici italiani e che quel dipinto era sul nostro territorio da anni. Non si fanno però nomi: speriamo quindi che chi ha sporto denuncia sia interrogato e sia ammonito a non nascondere nulla di quanto a sua conoscenza, per il bene della verità. Anche perché se si sapeva già da anni dove fosse custodito e chi ne fosse il proprietario italiano, ci chiediamo come mai l’esposto non sia stato presentato in precedenza e in epoca non sospetta.
  3. Ci auguriamo che questo caso sia di esempio per la “stampa libera” che ha il dovere di informare il pubblico di ogni caso sospetto e rileviamo Marc Restellini è uno dei principali testi d’accusa a Genova, mentre Guastalla è il proprietario di uno dei disegni, che alle analisi del RIS dei carabinieri sarebbe risultato un falso e pertanto ancora sotto sequestro.
  4. Continuiamo a ribadire che per sciogliere molti nodi, se non tutti, sulle centinaia di falsi in circolazione, sarebbe necessario riportare gli Archivi Legali Modigliani in Italia. È evidente a questo punto che lo vogliamo solo noi, perché la nostra più volte ribadita richiesta, fatta anche attraverso una raccolta di firme, non ha trovato sostegno né da Restellini, né dai fratelli Guastalla, né tantomeno dal Ministero della Cultura o dalla Magistratura. Attendiamo sviluppi, prima di ulteriori commenti.