“Le parole sono pietre, e mai come oggi la frase di Carlo Levi trova un’infelice conferma nelle offese antisemite rivolte da due ragazzine ed un bambino, che è stato anche aggredito fisicamente.
Cos’è che non ha funzionato nel meccanismo delicato della trasmissione della memoria, di quella che fu l’immane tragedia dello sterminio degli ebrei ad opera del nazismo.
Perché due ragazze, poco più che bambine anche loro, prendono di mira un loro quasi coetaneo con frasi che mai penseremmo di sentire nella nostra comunità?
E’ successo qui, in un paese della nostra provincia, in un tempo presente che ci rimanda ad un passato odioso.
Forse neanche loro sapevano bene di cosa stavano parlando, ma quel riferimento allo sbattere l’ebreo in un forno, quell’umiliare il bambino con sputi, calci e offese, fa male, perché significa che non si è fatto abbastanza per far conoscere l’orrenda realtà di migliaia di bambini mandati a morire nei campi di sterminio.
La Provincia, in diverse occasioni legate alla commemorazione del Giorno della Memoria, ha proposto la mostra dei disegni dei bambini di Terezin, perché si conoscesse la storia delle migliaia di ebrei, tra cui tantissimi fanciulli, ammassati là prima di essere avviati ai lager per essere eliminati.
Quest’anno, il 27 gennaio, l’Amministrazione Provinciale inaugurerà una mostra documentaria dedicata all’artista Charlotte Salomon, giovane ebrea berlinese, deportata ad Auschwitz, dove morì a soli 26 anni, anche lei poco più che ragazzina.
Ci ha lasciato una sola grande opera, realizzata durante il dilagare del nazismo in Germania, in cui parla della sua vita e della sua famiglia.
Una goccia nel mare della memoria, ma spero che, pur con le limitazioni imposte dalla pandemia, gli studenti possano venire a visitarla, per conoscere quello che è stato di milioni di uomini e donne, tanti ragazzi e e ragazze come loro, e chiedersi come è potuto accadere che niente abbia fermato l’odio e la furia della Soluzione Finale voluta da Hitler e avallata senza pietà dai gerarchi nazisti e fascisti.
Spero che le due ragazze comprendano l’enormità del loro gesto e che siano accompagnate in percorso di conoscenza e consapevolezza, che è prima di tutto un percorso che dobbiamo fare tutti, per far sì che la memoria di quello che è stata la Shoah non venga mai meno.
Esprimo tutta la mia solidarietà e vicinanza al presidente della Comunità Ebraica livornese, nella speranza che fatti del genere non accadano più”.