I finanzieri del Comando Provinciale di Lucca, nell’ambito del monitoraggio sul corretto utilizzo dei fondi pubblici erogati a sostegno dell’economia e, in particolare, delle fasce deboli, hanno concluso una complessa e articolata attività d’indagine che ha portato alla denuncia all’Autorità Giudiziaria di n. 42 persone, disvelando un sistema fraudolento, oramai rodato, architettato da un uomo di origini siciliane residente a Viareggio con la complicità di un consulente del lavoro di Livorno.

In particolare, il primo aveva costituito una ONLUS no profit, della quale era presidente, stipulando fittizi contratti di assunzione di personale nei confronti di cittadini perlopiù di origine extracomunitaria, al solo fine di consentire loro l’accesso alla cassa integrazione o all’indennità di disoccupazione e, in alcuni casi, ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno.

L’associazione no profit era operativa solo sulla carta, ma di fatto sprovvista di una sede, di mezzi e di un’organizzazione, e assumeva personale con presunte mansioni di barista, cameriere, lavapiatti, cuoco o addetto alle pulizie. L’assunzione veniva poi formalizzata con contratti e buste paga appositamente predisposti dal compiacente professionista. Successivamente, la documentazione attestante i falsi rapporti di lavoro veniva utilizzata per richiedere all’INPS prestazioni a sostegno del reddito quali la NASpI, la Cassa Integrazione (Assegno Ordinario – FIS) e cd. “bonus Renzi” (ex art.1 D.L. 66/2014).

In talune circostanze è stato appurato che i contratti e le buste paga fittizie venivano presentati anche alle Autorità di P.S. a supporto dei moduli di richiesta di rinnovo dei permessi di soggiorno.

L’intervento tempestivo della Guardia di finanza ha, quindi, permesso di interrompere la frode ed evitare che la condotta illecita si concretizzasse oltremodo, in quanto l’INPS non ha poi dato seguito alle ulteriori istanze avanzate per ottenere i contributi pubblici.

L’indebita percezione di misure di sostegno del reddito è perdurata anche durante l’emergenza sanitaria da Covid-19, quando la fascia dei soggetti più deboli si è ampliata in modo significativo.

Al termine delle attività il Gruppo della Guardia di Finanza di Viareggio ha così denunciato i soggetti, a vario titolo, per truffa ai danni degli enti previdenziali, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falso, per un illecito profitto e un danno cagionato alle casse dello Stato superiore a 100.000 euro.

L’azione dei finanzieri testimonia l’impegno del Corpo nella serrata attività preventiva e repressiva contro ogni forma di frode, a tutela del corretto impiego delle risorse pubbliche destinate, con importanti sforzi finanziari, alle fasce più bisognose della collettività, tanto più importante in un contesto emergenziale come quello attuale.

L’Autorità Giudiziaria ha concesso il nulla osta alla comunicazione della notizia agli organi di informazione.