La Questura di Pisa ha un nuovo Vicario del questore, il Primo Dirigente della Polizia di Stato dr. Rodolfo Ruperti, che sostituisce Giuseppe Simonelli, di recente promosso Dirigente Superiore e destinato ad altro prestigioso incarico. Nato a Crotone nel ​1965, laureato in Giurisprudenza, abilitato all’esercizio della professione forense ed all’insegnamento di discipline giuridiche ed economiche, il dr Ruperti supera il concorso per Vice Commissario nel 1994; dopo aver frequentato il relativo corso di formazione presso l’Istituto Superiore di Polizia in Roma, viene assegnato all’ allora Commissariato di P.S. di Vibo Valentia, divenuto dopo 9 mesi sede di Questura a seguito della creazione della nuova provincia di Vibo.
In tale sede dirige l’Ufficio Misure di Prevenzione e l’Ufficio Minori; sotto la sua gestione  vengono operati numerosi sequestri patrimoniali a carico delle consorterie ‘ndranghetiste dei MANCUSO, dei FIAMINGO e dei LA ROSA.
Come responsabile dell’Ufficio Minori individua un particolare filone investigativo, arrivando ad arrestare i responsabili di una vendita di neonati, effettuata tramite l’alterazione dello stato civile degli stessi.  

Nel 1997 viene trasferito a dirigere il Commissariato di P.S. di Palmi (RC), ove, tra le altre, dirige  le operazioni “TRODIO” e “PUZZLE”, che hanno prodotto complessivamente 45 arresti tra Palmi e Brescia a carico di esponenti della criminalità organizzata palmese, dediti al traffico della cocaina e dell’eroina.

Nell’ agosto del 2000 viene trasferito nuovamente d’ufficio presso la Questura di Vibo Valentia con l’incarico di Dirigente della Squadra Mobile.
In tale sede di servizio, oltre a numerosi arresti di latitanti, allo scompaginamento di organizzazioni dedite al traffico di stupefacenti ed alle truffe informatiche, alla soluzione di omicidi e rapine, vengono ideate e dirette, nel corso degli anni, innumerevoli attività d’indagine, che hanno inferto colpi durissimi alle più potenti cosche della ‘ndrangheta della provincia di Vibo Valentia, aprendo in tal modo uno squarcio profondo in quelle cosche temutissime che mai prima erano state colpite così duramente, come la temibile cosca dei Mancuso di Limbadi, che fu definita dalla Commissione Parlamentare Antimafia la più potente cosca europea della ’ndrangheta calabrese. Altra eccellente operazione diretta dal dr Ruperti
la “DINASTY 2 DO UT DES” che nel novembre 2006 svelò un penetrante sistema corruttivo  nel quale furono coinvolti un alto magistrato del Tribunale di Vibo Valentia, noti politici, esponenti della classe forense, imprenditori e numerosi altri professionisti. Con tale operazione è stata anche accertata una truffa aggravata ai danni dello Stato, posta in essere dai correi nei confronti della Regione Calabria, al fine di realizzare con finanziamenti regionali un intero complesso turistico.

Dal 20 agosto 2007 è stato trasferito trasferito d’ufficio alla Questura di Caserta con l’incarico di Dirigente della Squadra Mobile.
Alla guida della Squadra Mobile di Caserta raggiunge, in meno di tre anni, importantissimi risultati nella lotta contro clan camorristici del territorio arrestando diverse centinaia di delinquenti fra i quali elementi di spicco dei clan SCHIAVONE, BIDOGNETTI, BELFORTE e SETOLA.
Tra le innumerevoli operazioni si segnala la cattura di circa 40 latitanti fra i quali DIANA Raffaele, inserito nell’elenco dei 30 latitanti più pericolosi d’Italia. Nel periodo in argomento si registra, nella provincia di Caserta, una recrudescenza delle attività camorristiche, assurte alla cronaca nazionale a causa della strategia terroristica ideata dal capoclan SETOLA Giuseppe e dai suoi accoliti che, nell’arco di pochi mesi, si rendono protagonisti di 18 omicidi.
Per questo ed altri motivi la camorra casertana diventa un allarme nazionale e, pertanto, vengono inviati in quella provincia diversi contingenti dei Reparti Prevenzione Crimine oltre a militari dell’Esercito.
Durante la permanenza nella città di Caserta, diversi Comitati Nazionali dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica vengono tenuti presso quella Prefettura, finalizzati a sottolineare l’importanza della lotta al crimine organizzato in quella provincia.
E’ proprio in tale attività di contrasto che vengono raggiunti risultati considerati eccezionali, assicurando alla giustizia 27 criminali del gruppo Setola, con la cattura di ben 7 latitanti, alcuni dei quali catturati armati e resisi responsabili di efferati crimini tra cui la c.d. “strage di Castelvolturno”, ove furono barbaramente uccisi per finalità terroristiche sei inermi ghanesi.
Dall’11 giugno 2010, viene trasferito alla Questura di Catanzaro con l’incarico di Dirigente della Squadra Mobile.
In tale sede vengono condotte numerose operazioni sia nel capoluogo, sia nel comprensorio di Lamezia Terme (CZ), provocando devastanti effetti nell’influenza sul territorio delle cosche Giampà, Torcasio-Gualtieri, Gallace, Mancuso, Procopio-Mongiardo etc., diminuendo e destabilizzando gli equilibri e gli assetti ormai consolidati dalle stesse da anni. Centinaia gli arresti effettuati in numerose operazioni, tra cui si annoverano arresti per omicidi, estorsioni, associazione a delinquere di stampo mafìoso, traffico di stupefacenti, detenzione di armi comuni e da guerra, reati contro la Pubblica Amministrazione, la frode nelle competizioni sportive (l’ operazione “Dirty Soccer” nel 2015 ha consentito di indagare 50  persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla frode delle competizioni di calcio degli incontri di campionato di Lega Pro e Lega Nazionale Dilettanti, nonché alcuni di sequestro di persona, estorsione e corruzione).
.Decine alfine i latitanti di ‘ndrangheta parimenti assicurati alla giustizia.

Nel 2015 il dr Ruperti viene inviato dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza a dirigere la Squadra Mobile della Questura di Palermo: dopo aver contrastato così incisivamente ‘ndrangheta e camorra, gli viene affidato l’ incarico di dirigere l’ Ufficio investigativo della Polizia di Stato  del capoluogo siciliano, un vero baluardo nella lotta alla mafia siciliana. Si tratta dell’ unico dirigente di Squadra Mobile che in tempi recenti ha diretto Uffici investigativi di contrasto alle “tre mafie” di Calabria, Campania e Sicilia. 

Nei 6 anni e mezzo a Palermo il bilancio dell’ attività operativa è di tutto rispetto: circa 3.000 tra arresti in flagranza di reato e misure cautelari, frutto di numerose indagini che hanno colpito i mandamenti di Brancaccio, della Noce, di Tommaso Natale, alle famiglie mafiose di Santa Maria del Gesù, Passo di Rigano, Uditore, Torretta, Roccella, Corso dei Mille, così come di Castelvetrano, Mazara del Vallo, Partanna, Santa Ninfa, Salemi. Non meno importanti risultano essere le operazioni di Polizia Giudiziaria che hanno avuto ad oggetto la criminalità organizzata di stampo mafioso nigeriana, i cosiddetti cult tra i cui i “Black Axe”, “Eiye” e “Vikings”, così come le complesse indagini che hanno portato alla disarticolazione di gruppi dediti al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina transnazionale con risvolti per sfruttamento della prostituzione, anche minorile.

Sono state svolte importanti attività di indagine volte a perseguire i fenomeni corruttivi ai danni della Pubblica Amministrazione, nel campo degli appalti pubblici in svariati settori della P.A; sono stati risolti numerosi omicidi, arrestandone gli autori, moltissimi tentati omicidi, sono stati identificati ed arrestati gli autori di violentissime aggressioni anche con risvolti razziali, omosessuali o in danno di soggetti deboli, donne e minori, così come sono stati arrestati autori di violenze sessuali, di abusi sessuali in danno di minori.

Sono state svolte corpose attività di indagine per frodi assicurative, quanto mai cruente, realizzate attraverso la mutilazione degli arti di “vittime compiacenti”, indagini sul fenomeno delle truffe assicurative relative al “ramo vitae” con un sofisticato meccanismo che permetteva di riscuotere premi assicurativi attraverso false attestazioni di morte, sono stati effettuati numerosissimi arresti a carico di rapinatori il più delle volte cosiddetti “seriali” che nel tempo avevano terrorizzato interi settori commerciali: istituti bancari, furgoni porta valori e tabacchi, uffici postali, supermercati, alberghi, impianti di distribuzione di carburante, gioiellerie, così come a carico di autori di rapine o furti in abitazione.

Di grande importanza alfine anche le indagini per traffico internazionale di stupefacenti così come quelle indirizzate a colpire le floride piazze di spaccio gestite da cittadini italiani e stranieri in varie aree della città che hanno portato ad ingenti sequestri di sostanza stupefacente del tipo hashish, cocaina, eroina, marijuana, di droghe sintetiche più molteplici sequestri di piantagioni di canapa, creando danni e mancati introiti alle organizzazioni criminali che gestiscono questi traffici per decine di milioni di euro.


Nel corso della carriera gli vengono attribuiti dall’Amministrazione numerosissimi Encomi Solenni, Encomi e Parole di Lode.
Molti sono i riconoscimenti rivoltigli dall’Autorità Giudiziaria con diverse note di merito tra cui una dell’ex Procuratore Nazionale Antimafia P. VIGNA.
Altrettanto numerosi i riconoscimenti pervenutigli da enti ed associazioni varie, tra cui si segnalano:
ottobre 2004, premio “Seminatore della Speranza” conferitogli dall’Ordine dei Giornalisti della Calabria per l’impegno profuso nella lotta alla criminalità organizzata;
gennaio 2007, premio consegnatogli dal Comune di Soveria Mannelli (CZ) in occasione del bicentenario del comune “in segno di stima e gratitudine per l’impegno concreto nella lotta alla criminalità”;
11 maggio 2007, premio “L’operatore d’oro” istituito da numerose scuole del vibonese con la motivazione “per aver messo la museruola alle ‘ndrine vibonesi”;
13 maggio 2007, premio “Gerbera Gialla” consegnato a Catanzaro dal Procuratore Nazionale Antimafia Piero GRASSO per l’impegno profuso nei confronti della criminalità organizzata;
4 giugno 2007, riceve la Cittadinanza Onoraria del Comune di Ricadi (VV) (il comune con il più alto insediamento di strutture turistiche-ricettive della provincia, teatro di numerose attività delittuose ordite dai clan ‘ndranghetistici che ne condizionavano pesantemente l’economia) conferitagli in segno di gratitudine per l’impegno contro la ‘ndrangheta e per il contributo nel promuovere la cultura della legalità;
6 ottobre 2007, premio “Onore al merito” in segno di gratitudine per l’impegno profuso nella lotta alla criminalità organizzata, ideato dalla Fondazione Tommaso G. di Vibo Valentia e condiviso da tutte le associazioni sociali e culturali della provincia di Vibo Valentia;
15 dicembre 2012, premio alla Memoria di Boris Giuliano, perché distintosi particolarmente nella lotta contro la criminalità, assegnato nell’ambito della 6^ edizione del Convegno “Società Civile e Cultura per la Legalità” promosso dall’Associazione Pro Loco di Rogliano (CS).
Dal 1995 ha espletato incarichi di docenza presso le Scuole Allievi Agenti di Vibo Valentia prima e di Caserta dopo.
Ha espletato, inoltre, incarichi di docente nel 2001 al neo istituendo Corpo della Polizia Provinciale di Vibo Valentia.
Ha tenuto dei seminari per un master di II livello, organizzato presso l’Università degli Studi di Cosenza, negli anni 2009 e 2010.