È in corso la sesta campagna di scavi nel sito archeologico di Grotta del Leone ad Agnano, sui Monti Pisani, che proseguirà per quattro settimane.
Gli scavi sono condotti in regime di concessione dal Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa con la direzione scientifica della dottoressa Lucia Angeli e del dottor Jacopo Conforti e la supervisione della funzionaria archeologa dottoressa Claudia Rizzitelli (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno). Agli scavi partecipano studenti della Scuola di specializzazione del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere e studenti e dottorandi del Dipartimento di Biologia.
Le ricerche a Grotta del Leone hanno una lunga tradizione di studi: iniziate nel 1947-1950 dal professor Ezio Tongiorgi proseguirono nel 1969-1972 grazie al professor Antonio Radmilli. A partire dal 2015 la ripresa degli scavi inaugurata dalla professoressa Giovanna Radi hanno portato all’individuazione di un focolare strutturato e di un’area caratterizzata dalla presenza di piccole strutture infossate di forma circolare e ovale contenenti carboni e numerose cariossidi carbonizzate di orzo e grano (circa 1 chilo), deposte come offerte votive a scopo propiziatorio.
Le evidenze, datate alla metà del V millennio BC (4500-4000 in cronologia calibrata), rappresentano un’eccezionale testimonianza dello svolgimento di cerimonie cultuali da parte dei gruppi chasseani durante il Neolitico recente.
Dal 2019 il Museo è diventato promotore delle nuove ricerche, che interessano il livello del Paleolitico superiore. Tale frequentazione riconducibile all’Epigravettiano antico ha restituito industria litica scheggiata, fauna (Bos primigenius, Cervus elaphus e Equus ferus) e il residuo di un focolare che rappresentano ad oggi una delle più significative testimonianze della frequentazione dell’uomo preistorico tra 18.000 e 15.000 anni fa nella Toscana nord-occidentale.
L’esposizione permanente “Grotta del Leone, l’uomo preistorico sul Monte Pisano”, inaugurata il 30 novembre 2018 presso il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, ha permesso di raccogliere i risultati di tutte le ricerche archeologiche e ha rappresentato un’importante tappa per la valorizzazione del sito.