Fingendo di prendersi cura di lei, somministrava benzodiazepine alla vicina. Poi, approfittando della sonnolenza della vittima, col suo bancomat faceva acquisti e prelievi. A finire nei guai, denunciata dai carabinieri della stazione di Albinia, in provincia di Grosseto, una donna del posto, 70enne, accusata del reato di rapina aggravata ai danni della vicina di casa.
Il tutto ha origine agli inizi del mese di luglio, quando la vittima prende atto, con sua sorpresa, di movimenti consistenti dal proprio conto corrente. Prelievi e spese per oltre 8mila euro, fatti nei 15 giorni precedenti, che la donna non riconosceva né ricordava in alcun modo. La denuncia ai Carabinieri parte da questi strani ammanchi. Nella fase di ricostruzione, operata grazie alle informazioni ricevute dalla vittima, con la collaborazione dei familiari, emerge inoltre che la donna negli ultimi periodi accusasse degli stati di sonnolenza e forte stordimento, di cui non sapeva giustificarsi l’origine. Gli esami medici, cui la vittima si è volontariamente sottoposta, hanno dato riscontro di questi stati di semi coscienza: dalle analisi era emersa infatti una positività alle benzodiazepine, a cui andava verosimilmente attribuita quella estrema spossatezza. Le indagini dei carabinieri sono state serrate: partendo infatti dalla denuncia della donna, i militari hanno accertato che, nei giorni in cui risultavano i prelievi non riconosciuti, la signora si trovava sola in casa, ma veniva assistita all’occorrenza dalla sua vicina, che più volte si era dimostrata disponibile ad aiutarla per le esigenze quotidiane. A ciò ha contribuito il fatto che i due appartamenti, tra loro confinanti, entrambi proprietà della vittima, sono divisi solo da una porta interna, lasciata aperta perché l’indagata potesse accedere nell’abitazione della vicina, al fine dichiarato di verificare il suo stato durante l’assenza dei familiari ed assisterla per i bisogni primari. Le indagini dei militari hanno fatto emergere elementi inequivocabili a carico della 70enne circa le sue responsabilità. Lo scenario ricostruito dai militari infatti documenta come la donna, con la scusa di assistere la vicina, le somministrasse forti dosi di farmaci contenenti benzodiazepine (psicofarmaco reperibile soltanto su prescrizione medica e utilizzato per il trattamento di patologie inerenti l’insonnia e/o l’ansia e, se utilizzato in grandi quantità, capace di indurre stordimento e sonnolenza), in fase di denuncia descritte dalla vittima come ‘acqua dallo strano sapore amarognolo’. Somministrati i farmaci sciolti in acqua o altre bevande, conoscendo bene la casa e la persona, l’indagata approfittando dell’azione del farmaco, si impossessava della tessera bancomat, con cui avrebbe poi disinvoltamente effettuato numerosi e ripetuti prelievi a sportelli bancomat, nonché fatto acquisti di generi alimentari, scarpe ed altro in diversi esercizi commerciali di Orbetello (Grosseto). La tessera veniva infine sempre rimessa al suo posto, in modo che la vittima non si accorgesse, almeno nell’immediato, di nulla. La signora dovrà quindi rispondere di rapina aggravata.