Materie prime esclusivamente locali, preparazioni maniacalmente artigianali, una filosofia di cucina che parte dal rispetto – per l’ambiente, per il cibo, per le persone che lo producono, lo lavorano e se ne nutrono – e porta a usare ogni parte di ogni ingrediente, in modo creativo e pulito: lo chef Erez Ohayon, una stella Michelin a La Bottega del Buon Caffè, approda a Jardin La Ménagèreexperience restaurant ideato dal Gruppo La Ménagère, per far sbocciare il giardino del Riva Lofts, elegante location affacciata sull’Arno, frutto di una recente ristrutturazione firmata dall’architetto Claudio Nardi.

In attesa del completamento del restyling dello storico locale di via Ginori, a cura dello stesso Nardi, per la cui cucina resta confermato lo chef Nicholas Duonnolo, il team de La Ménagère dà vita a una nuova esperienza gastronomica da godere a bordo piscina per tutta la stagione estiva. Al centro della proposta, riservata sia agli ospiti di Riva Lofts che ai clienti esterni, piatti che evocano un mix di culture e Paesi, come la storia personale dello chef Erez Ohayon, intrecciando le tradizioni culinarie di Marocco, Russia, Polonia e Israele.

Contrasti, sapori decisi e preparazioni antiche guidano il menu à la carte e i due percorsi di degustazione, di cui uno vegetariano. La parte vegetale nel complesso gioca un ruolo da protagonista: verdure e ortaggi da filiera corta e cortissima provengono da produttori selezionati per l’approccio olistico e la condivisione di un “patto di fiducia” che consente loro la possibilità di sperimentare in cambio di una materia prima più ricca di sapore ed elementi nutraceutici. Una collaborazione non solo economica, che lega l’orto alla cucina, generando piatti particolari. Così ad esempio un’ampia fornitura di fragole che rischiavano di andare perdute a causa di una pioggia inaspettata dà origine a un fermentato che diventa fondo per un piatto vegetariano o marinatura per un pesce.

Il processo di fermentazione, una delle più antiche tecniche di conservazione del cibo, costituisce un altro elemento fondamentale nella cucina dello chef Ohayon e segna un ritorno alle radici. Il menu cambia spesso, in base alla disponibilità degli ingredienti: la cinta senese, cresciuta allo stato brado in un piccolo allevamento, darà origine a più ricette diverse in grado di esaltare ogni sua parte, facendo sì che sia difficile assaggiare lo stesso piatto nel corso dei giorni successivi.  

Ad affiancare la proposta gastronomica vini fuori dal comune (compresa una piccola selezione di etichette israeliane), birre artigianali prodotte in Toscana, proposte anche in pairing con i piatti, e una cocktail list costituita da classici rivisitati e signature, da sorseggiare fin dall’orario dell’aperitivo nell’atmosfera rilassante del Jardin.

Il Gruppo La Ménagère ha avviato le trattative anche per un locale in Oltrarno e uno a Milano.