14 ricollocamenti nelle aziende del gruppo in Toscana (con priorità di assunzione in caso si aprano altre posizioni), incentivi economici all’esodo, copertura contributiva per chi va in pensione entro il 2026, una “dote” economica a disposizione per chi riassume, un supporto di outplacement e formazione aggiuntivo (oltre a quelli previsti dalle norme). Il tutto, con attenzione ai soggetti più fragili. Sono questi i punti principali dell’accordo sottoscritto ieri tra Buzzi Unicem, Cgil-Cisl-Uil di categoria e Rsu, accordo che vale per gli stabilimenti di Testi (Greve in Chianti, Firenze, 70 lavoratori) e Arquata (Piemonte) e che prevede la richiesta di Cassa integrazione dal primo luglio per un anno. Oggi l’accordo è stato presentato ai lavoratori in assemblea a Testi (presso il presidio permanente che dura da mesi e che non si interromperà finché non sarà data risposta ad ogni addetto con gli accordi territoriali necessari).
“Abbiamo fatto di tutto affinché il cementificio di Testi non chiudesse, ma purtroppo l’azienda non ha voluto fare retromarcia. Date le circostanze, l’accordo siglato è il migliore possibile, e molto è merito delle lotte dei lavoratori. Ora servono due cose. Intanto, che l’azienda, con la Regione e possibili partner, riconverta il sito di Testi: non deve restare un buco nero, è fondamentale la tutela dell’ambiente.
Poi, bisogna dare una risposta a coloro che non hanno, per motivi oggettivi, accettato proposte di ricollocazione fuori regione e non hanno i requisiti per la pensione. Per questo invitiamo le istituzioni locali a convocare il tavolo del lavoro del Chianti per costruire, come sindacati, istituzioni e aziende, un bacino ed una rete in grado di riqualificare e ricollocare nel territorio il personale, per un lavoro che sia di qualità”, dicono Fillea Cgil Toscana-Firenze, Filca Cisl Toscana-Firenze e Feneal Uil Toscana.