L’ipotesi sul tavolo dell’Unione Europea di annacquare il vino per ridurre la gradazione è una barzelletta che non fa affatto ridere. Così facendo si farebbe una bevanda, ma non si potrebbe certo chiamare vino: il vino è un prodotto ben preciso, con caratteristiche chiare e con un forte legame con il territorio da cui nasce grazie al duro lavoro dei vignaioli. Non scherziamo!”. Così Ritano Baragli, vicepresidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana e presidente della Cantina sociale Colli Fiorentini Valvirginio commenta l’ipotesi di autorizzare la riduzione o l’eliminazione dell’alcol dal vino. 

“Il vino nasce nel vigneto – continua Baragli – viene trasformato in cantina con tecniche antiche e tecnologie moderne per migliorarne la qualità, è frutto di un processo naturale che non può essere alterato. Altrimenti si fa un’altra cosa, ma non si fa vino”. Per Baragli “la proposta dell’Europa parte dalla consapevolezza che l’alcol nuoce alla salute, è vero, ma i vignaioli sono i primi a invitare i clienti a consumare il vino nelle giuste dosi, senza eccessi”.

Per quanto riguarda l’andamento del settore nel suo complesso, Baragli pone l’accento sui forti danni provocati dalle recenti gelate. “In moltissime zone della Toscana i danni si manifestano già in maniera importante – spiega – è prematuro fare una stima sulle perdite, ma il calo della produzione sarà forte: almeno un 30%. E i mercati – conclude Baragli – stanno reagendo con un incremento della quotazione del prodotto sfuso che difficilmente, almeno per ora, si riverserà sul consumatore finale”.