“Il lockdown di marzo scorso fu una scelta straordinaria ben gestita e con effetti immediati. La zona rossa attuale è un punto interrogativo che finisce per smarrire e far arrabbiare i cittadini. Le deroghe al “rimaniamo tutti a casa” con i vari Dpcm che si sono susseguiti sono ormai infinite.

Un cittadino può uscire di casa senza infrangere la legge con almeno una decina di giustificazioni. Si può andare al lavoro, si può andare a trovare un parente, si può andare a fare la spesa, a portare il cane fuori e si può far fare attività motoria ai bambini nei parchi. È consentito andare a correre e in bicicletta è possibile raggiungere qualsiasi posto. Potremmo continuare ancora, ma già solo quello che abbiamo ricordato porta in una città come Livorno ogni giorno migliaia di persone in ogni dove. La domanda che più frequentemente viene fatta al sottoscritto, al Prefetto e alle Forze dell’Ordine è semplice: “Ma i controlli?”.


Ebbene nei tre giorni in cui la nostra città è stata in zona rossa sono stati fatti oltre tremila controlli tra persone ed attività e le sanzioni elevate sono state 36. I controlli sono stati fatti con l’impiego di tutto il personale a disposizione ma è evidente che in una città di 150 mila abitanti dove oltre la metà ha motivo e possibilità di uscire la partita è persa in partenza. Se in un preciso istante Polizia di stato, Carabinieri, Guardia di finanza e Municipale controllano 20 posti, nello stesso istante in altre 100 luoghi ci sarà il rischio assembramento, e sicuramente qualcuno che farà il furbo.
Nel frattempo i numeri dei positivi, nonostante che nella nostra città rimangano sempre abbastanza contenuti, stanno mettendo in difficoltà il sistema sanitario che ha raggiunto di nuovo il livello di criticità.

Cosa possiamo fare di fronte ad un quadro che ormai da un anno sta logorando moltissimi livornesi economicamente e indistintamente tutti noi emotivamente? Dobbiamo fare un ulteriore sforzo: auto tutelarsi e convincersi che l’autocontrollo è l’unica strada. Fermarsi a riflettere sulle centinaia di morti al giorno, su chi per il Covid non può lavorare ed è economicamente allo stremo e sul fatto che se scolliniamo adesso, con la campagna vaccinale che dopo gli errori e ritardi iniziali sta decollando, riusciremo a tornare alla normalità.
Il week-end di Pasqua e i giorni successivi vanno affrontati in questo modo. Con sacrificio, sicuramente con il giramento di scatole. Con il malessere per una libertà negata ma anche con la consapevolezza che stiamo per uscirne e che osservando le regole o evitando di aggirarle faremo del bene a noi stessi e agli altri.

Non mancheranno i controlli e, quando necessario le sanzioni. Ma per tornare a vivere  il futuro è nelle nostre mani”.