Intendo rappresentare una grave situazione che sta interessando la Casa Circondariale di Livorno e la sezione staccata dell’Isola di Gorgona.

Da oltre un mese è in corso uno stato di agitazione del comparto funzioni centrali che vede coinvolti impiegati, educatori, funzionari. Si denuncia una grave carenza di personale, oramai segnalata da anni, che non consente un sollecito espletamento dei servizi e delle funzioni e che mina profondamente la qualità del lavoro stesso.

Situazione che viene ad aggravarsi con l’accorpamento, avvenuto nel 2013, del comparto amministrativo fra la Casa Circondariale di Livorno e la Casa Penale di Gorgona. Accorpamento che non viene accompagnato da un aumento del personale, già di per se carente per almeno il 30 dell’organico e che crea difficoltà importanti sull’Istituto livornese. Oramai la situazione ha raggiunto livelli di criticità molto preoccupanti, sopratutto nell’ufficio contabilità e conti correnti che ha una ricaduta pesantissima sulla vita quotidiana dei detenuti.

Si pensi a tutta la movimentazione del denaro dei reclusi, alla possibilità di acquistare generi di prima necessità in tempi certi, al ritardo pesantissimo dei vaglia in entrata ed in uscita, tutte situazione che creano instabilità, tensione, ansia. Un riflessione a parte merita l’Isola di Gorgona, al di la delle ulteriori difficoltà legate al comparto amministrativo e dei conti correnti essendo tutto centralizzato presso la Casa Circondariale di Livorno.

Alla fine del mese di febbraio è andato in pensione l’unico educatore presente sull’isola.

Gorgona è una realtà che può ospitare sino a cento detenuti, la maggior parte in espiazione di pena con sentenza definitiva e con un significativo carico di pena già scontata. La figura dell’educatore assume un ruolo centrale e strategico nella osservazione e nella definizione di possibili scenari futuri, nella costruzione di percorsi di graduale fuoriuscita dalla realtà penitenziaria, nell’accesso a misure alternative o permessi.

Ebbene quest’unico educatore non è stato sostituito, si supplisce con missioni di personale da Livorno una o due volte la settimana, senza garanzia di continuità e di osservazione, creando sconcerto, tensioni e preoccupazioni nella popolazione detenuta. Tutto questo è inaccettabile.

Le legittime motivazioni a base dello stato di agitazione devono trovare una risposta urgente e rassicurante da parte del Provveditorato Regionale ripetutamente sollecitato dalla Direzione del carcere e dal Garante stesso. Rappresentanze del personale sono state ricevute anche dal Prefetto di Livorno che ha assicurato la sua massima attenzione.

Restituire dignità ed efficienza agli uffici amministrativi che erogano anche servizi fondamentali per la vita dei detenuti è oramai improscrastinabile, alla luce anche di una condizione particolarmente complessa e difficile imposta dalla epidemia Covid fatta di isolamento, impossibilità di accesso a percorsi socioriabilitativi, impossibilità di abbracciare i propri familiari; Ma soprattutto, con la massima urgenza, va ripristinata la presenza sull’isola di Gorgona di almeno un educatore stanziale, che possa garantire presenza e continuità nella complessa funzione di osservazione e valutazione propedeutica all’apertura di nuovi scenari.