Ecografia polmonare per stabilire precocemente se un paziente sospetto Covid sia positivo, prima di avere i risultati tampone. A decretare l’efficacia della tecnica uno studio coordinato dall’unità operativa di Medicina d’urgenza dell’Azienda ospedaliera universitaria pisana con l’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Pisa e l’Ospedale San Luigi Gonzaga di Torino.
E’ stato appena pubblicato il primo grande studio multicentrico sull’utilizzo dell’ecografia polmonare nei pazienti con sintomatologia sospetta per Covid-19. E’ il primo di questo tipo realizzato al mondo, avendo coinvolto 20 diversi ospedali in Europa e negli Stati Uniti, per un totale di 1462 pazienti, ed è stato pubblicato sulla rivista ‘Intensive care medicine’. Negli ultimi mesi, già altri lavori di ricerca avevano dimostrato l’utilità di questa metodica nella gestione del paziente in pronto soccorso e questi dati confermano che l’ecografia può aiutare il medico a stabilire se il paziente sia positivo e abbia o meno un coinvolgimento polmonare da Covid-19, prima di avere i risultati del tampone. Lo studio fornisce indicazioni molto pratiche su come utilizzare l’ecografia polmonare per gestire il paziente che si presenta in ospedale con sintomi sospetti per Covid-19, specificando la capacità diagnostica di questo esame in base al quadro clinico, imprescindibile per l’interpretazione dell’ecografia polmonare. Ogni paziente viene classificato in base ai sintomi e alla presenza o meno di patologie cardio-polmonari concomitanti e, in base ai risultati dell’ecografia, viene assegnata una probabilità di coinvolgimento polmonare. In particolare i dati pubblicati dimostrano che se il paziente ha un’insufficienza respiratoria e l’ecografia del polmone è normale, si può escludere con una sicurezza prossima al 100% che il paziente sia positivo al virus, permettendo un’efficace diagnosi differenziale in urgenza. Nei pazienti con sintomi lievi e senza disturbi respiratori, invece, è la presenza di alterazioni all’ecografia polmonare che consente di stabilire con alta probabilità che il paziente sia positivo. Questo approccio consente di velocizzare molto il triage dei pazienti sospetti, senza dover attendere, in molti casi, il risultato del tampone.