La comunicazione ci unisce, l’assenza di comunicazione crea un muro invalicabile tra le persone. Mantenere attiva la capacità di comunicare con gli altri è indispensabile per le persone con disabilità e tra queste per quelle con SLA. La SLA è una malattia rara che compromette la capacità motoria e quindi alla lunga anche quella espressiva-comunicativa rischiando di azzerare progressivamente le relazioni interpersonali e sociali delle persone colpite.  

In tal senso il LAAC (Laboratorio Ausili per l’Apprendimento e la Comunicazione) è un servizio all’avanguardia dell’Azienda USL Toscana Centro. Nato nel 1997 e composto da due Neuropsichiatri Infantili, un Logopedista, Educatori Professionali ed esperti del settore informatico, esso offre consulenze per l’individuazione di ausili elettronici ed informatici con l’intento di rispondere ai bisogni di comunicazione, apprendimento e autonomia delle persone disabili.  

Il servizio del LAAC ha avuto un riscontro molto positivo nelle tante persone e associazioni che ne hanno fruito e ne fruiscono. Proprio per questo il nuovo appalto sta destando preoccupazioni e dubbi: se infatti vi sono inserite nuove figure professionali come un ingegnere e un logopedista vengono ridotti gli operatori – ne rimane uno solo dei quattro originari – e le educatrici vengono dimezzate passando da due a una.  

“Il taglio di tre dei quattro operatori e di una delle due educatrici, seppur bilanciato dall’ingresso di figure nuove, seppur professionali, ma non esperte delle problematiche comunicative delle persone con disabilità, che sono complessi e sfaccettati, figure comunque non inserite nei loro problemi, come coloro che c’erano fino ad oggi, ci trova totalmente in disaccordo” sottolinea Barbara Gonella, Presidente di AISLA Firenze. “Se da un lato siamo concordi sull’ingresso qualitativo non possiamo che criticare il taglio quantitativo che avviene in un particolare periodo storico come quello che stiamo vivendo che ha comportato una sensibile contrazione dei diritti delle persone con disabilità. Chi fino ad oggi ha lavorato al LAAC ha maturato un’esperienza e, aggiungiamo, un rapporto, fattore non secondario, con le persone assistite. Chiediamo – conclude Gonella – di rivedere quanto prima l’appalto”.