Il “Farm Park” si farà e produrrà verdure a km 0 ma sarà anche un punto di ristoro green con cibo e bevande prodotti localmente ed eventi musicali e cinematografici

E’ stato approvato stamani dalla giunta comunale su proposta dell’assessore all’Urbanistica Valerio Barberis il progetto preliminare della nuova area di Prato Urban Jungle, fortemente voluta dall’Amministrazione comunale ad integrazione delle progettazioni delle case di edilizia popolare EPP di via Turchia, del mercato coperto nel Macrolotto Zero e dell’edificio di Consiag-ESTRA.

Il progetto, ideato da PNAT, è in continuità con la progettazione di via Turchia, dove inizialmente era prevista una serra urbana all’interno della corte. La decisione di ampliare questo intervento, con risorse proprie dell’Amministrazione comunale, è maturata grazie all’interesse riscontrato durante la fase di coprogettazione con la cittadinanza, volendo dare maggior risalto a questa parte progettuale in un’area più ampia: quella commerciale di via delle Pleiadi, collocata tra Parco Prato e Omnia Center.

PNAT realizzerà un innovativo progetto legato al green e al cibo che servirà ad attivare nuove funzioni nell’area in fase di sviluppo.

Il progetto si articola in diverse parti: una serra urbana ad alto rendimento per la produzione di vegetali a Km 0, un’area ristoro, creata con vecchi containers industriali e destinata alla somministrazione di cibo e bevande prodotte localmente, un’area dedicata ad eventi musicali o cinematografici costituita da uno stage realizzato con materiali di recupero e un’area per i più piccoli dove il gioco sarà un modo per avvicinarsi ai temi ambientali più attuali. Tutti gli elementi saranno fortemente integrati con il verde. Si tratta di un progetto nel quale il concetto di Urban Jungle trova una sua naturale collocazione, e dove il massiccio impiego di verde giocherà un ruolo chiave, nel creare ombra, comfort ambientale, visivo e psichico. Utilizzare in sinergia piante e materiali semplici o di recupero è strategico per la trasformazione di un’area residuale in uno spazio accessibile e fruibile da tutti gli abitanti di Prato. Gli elementi e gli arredi sono disegnati per essere flessibili, favorire la permanenza all’aperto, e ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente. Il progetto prevede la messa a dimora di alberi e piante per la depurazione dell’aria, l’ombreggiamento e la mitigazione della temperatura. E un progetto di riqualificazione che gradualmente coinvolgerà tutto il parco, con la partecipazione attiva del Comune e delle associazioni che operano sul territorio. Un intervento articolato nel quale la coltivazione di ortaggi a km0 diventa motore per l’economia locale, favorendo l’incontro e le attività della comunità. Le tecnologie di coltivazione idroponica e di riuso delle acque piovane previste nella serra garantiranno la produzione sostenibile di grandi quantità di ortaggi. La serra inoltre avrà anche una funzione didattica dove si apprenderanno pratiche e tecnologie di coltivazione, beneficiando un percorso di formazione al lavoro che poi potrà trovare sbocco in attività legate al vivaismo e alla gestione del verde. All’interno del piano di Prato Urban Jungle, quindi, l’intervento diventa un’occasione per avvicinare gli abitanti ai temi dell’educazione alimentare, dell’agricoltura sostenibile e dell’ecologia. “Il tema ambientale è anche intrinsecamente sociale ,” – spiega il prof. Stefano Mancuso , co-fondatore di PNAT, “così come sostenibilità è anche equità. Questo è un progetto di rigenerazione urbana attraverso le piante, che riscrive le relazioni tra abitanti e risorse all’interno della città”. “Con questo nuovo intervento la città si arricchisce di un nuovo spazio pubblico che lega i temi ambientali e di salute pubblica, che sta portando avanti Prato Urban Jungle, con quelli di equità sociale e promozione delle filiere alimentari sostenibili” – aggiunge l’assessore all’Urbanistica, Ambiente ed Economia circolare Valerio Barberis  – “Un progetto innovativo che conferma la visione green che il Comune sta perseguendo da anni “.