LUCCA. L’amministrazione comunale ha deciso di presentare un progetto nell’ambito del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare, che mette a disposizione in totale 853 milioni di contributo e fino a un massimo di 15 milioni di euro per ogni proposta che verrà valutata positivamente.

Con un atto di indirizzo approvato nella seduta di martedì 19 gennaio, la giunta ha tracciato i confini entro cui dovrà muoversi la progettazione preliminare, da presentare entro il mese di marzo per candidarsi a ottenere il finanziamento. Al centro ci sarà il recupero dell’ex oleificio Borella, dove s’intende ricavare nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica. Questo il cardine su cui si baserà l’intera proposta, che si propone di attivare un importante processo di rigenerazione urbana per la riqualificazione di un’ampia area che si sviluppa tutt’intorno alla zona degli ex Macelli.

“Si tratta di un progetto molto ambizioso – afferma l’assessora alle politiche abitative Valeria Giglioli – a cui lavoreremo insieme a Erp, coinvolgendo realtà del terzo settore che operano sul territorio. Ci impegniamo così per intercettare importanti risorse nazionali allo scopo di dare risposte strutturate al bisogno abitativo della nostra comunità, di cui la graduatoria per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica da poco pubblicata è una rappresentazione molto chiara”.

L’ex oleificio Borella, immobile originariamente a esclusivo uso produttivo, è stato oggetto di variante urbanistica nel corso della precedente consiliatura Tambellini. Un passaggio che ne consente, oggi, un utilizzo più ampio, e in particolare la possibilità di realizzare nell’edificio appartamenti senza alcun aumento delle volumetrie.

“Le linee guida del programma innovativo del governo per la qualità dell’abitare – aggiunge l’assessora all’urbanistica Serena Mammini – si sposano perfettamente con gli strumenti di pianificazione che abbiamo voluto per la città di Lucca. Il Piano Strutturale, entrato in vigore a luglio del 2017, fa della rigenerazione urbana una scelta di fondo, che si declina in più aspetti: l’interruzione del consumo di suolo e l’attivazione del recupero del patrimonio edilizio esistente, la precisa perimetrazione delle aree urbane, oltre le quali non sarà più possibile nuova e disarticolata edificazione, la restituzione di spazi pubblici capaci di esprimere qualità ambientale e socialità. Elementi, questi, che avevamo già ben presenti al momento dell’approvazione della variante semplificata, nel 2016, che al tempo fu osteggiata dalle minoranze e che oggi ci consente di avere a disposizione una base solida per poter candidare un progetto innovativo e sostenibile”.

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ultimo aggiornamento: 20-01-2021