Il problema del ritiro dei rifiuti dalle abitazioni dei cittadini che hanno contratto il Covid-19 in Toscana è stato risolto, dopo una serie di criticità e disagi registrati nei mesi scorsi. È quanto emerge dall’audizione, che si è tenuta nella commissione Sanità presieduta da Enrico Sostegni (Pd), dell’assessore regionale all’ambiente Monia Monni.
“Dopo varie segnalazioni ci siamo subito attivati nei confronti della Giunta regionale per avere il quadro della situazione e sollecitare soluzioni – ha spiegato Sostegni -. Da quanto emerso in commissione oggi appare chiaro che la riorganizzazione del servizio ha avuto i risultati sperati e che il servizio ora è più rapido e rispondente ai bisogni dei cittadini. Del resto, è da metà novembre che le segnalazioni sono cessate, segno evidente che il problema è rientrato”.
La riorganizzazione, ha detto l’assessore, è avvenuta dopo che “l’aumento dei contagi ha reso evidente che il servizio di ritiro rifiuti a chiamata, che era in funzione fino a quel momento, non riusciva più a fare fronte alle esigenze”. Con una serie successiva di quattro ordinanze, scaturite anche da un confronto serrato con i gestori e le amministrazioni comunali, si è proceduto dunque a riorganizzare il servizio a partire dalla metà di novembre. Secondo quanto ha illustrato l’assessore, sono direttamente i Comuni che avvisano i gestori della necessità di ritiro dei rifiuti, fornendo l’indirizzo dei pazienti Covid e la durata della quarantena. A quel punto i gestori consegnano agli interessati un kit che contiene sacchi, contenitori, materiali per la chiusura e istruzioni. Due sono le modalità di raccolta possibili, con il ritiro che viene effettuato due volte a settimana: o presso l’appartamento (l’interessato viene avvertito e lascia i rifiuti fuori dalla porta) oppure sulla pubblica via, solo nel caso che l’utente per portare i rifiuti fuori non debba passare da spazi comuni (quindi nel caso di villette, coloniche ecc.) e sia in grado di farlo. “Questi rifiuti sono indifferenziati – ha spiegato ancora Monni –, devono essere smaltiti senza trattamento, preferibilmente in un impianto di termodistruzione, e hanno dunque la priorità per essere conferiti nei termovalorizzatori. Se non è possibile, vanno in discarica passando dai centri di raccolta”. Il tutto “con, ovviamente, massima attenzione alla sicurezza dei lavoratori e delle procedure”.
Federica Fratoni (Pd) ha avanzato la raccomandazione che il costo del servizio, che sarà significativo, “sia a carico come già detto a suo tempo della Protezione civile e non dei Comuni, che sono già in difficoltà”.
Monni ha spiegato che c’è un fondo europeo destinato alla copertura di questa e altre spese, sottolineando come la procedura sia stata comunque complessa per i gestori della raccolta rifiuti, che si sono trovati a dover riorganizzare completamente le modalità e i tempi di ritiro.