Sono stati presentati dall’assessore all’ambiente Filippo Bedini i dati relativi all’anno 2020 sugli investimenti fatti dall’Amministrazione Comunale nell’ambito di decoro urbano e rimozione dei rifiuti. Bedini, coadiuvato dai responsabili della Direzione Ambiente del Comune di Pisa, Marco Redini e Roberto Papini, ha illustrato il lavoro svolto nel corso dell’anno sia dal lato degli investimenti, sia di riorganizzazione del servizio attraverso il potenziamento dell’unità operativa dedicata ai controlli su strada. Alla parte relativa alle spese per la rimozione dei rifiuti abbandonati sul territorio comunale è stata destinata la cifra record di 700mila euro, che si compone di interventi sulle discariche abusive (122.500 euro), il lavoro per liberare la parte conclusiva della ciclopista del trammino relativa agli “orti” di Marina di Pisa (141mila euro per rimuovere 80 tonnellate di rifiuti di cui 23 di amianto) e il grande intervento sull’area di Ospedaletto dove sorgeva il campo nomadi abusivo (437mila euro per rimuovere circa 950 tonnellate di rifiuti, di cui 23,5 di amianto).
«I dati che presentiamo stamani – ha dichiarato l’Assessore Bedini – parlano chiaro e danno l’idea degli sforzi enormi che abbiamo fatto per contrastare l’inciviltà di alcune persone e la noncuranza e la trascuratezza delle precedenti amministrazioni sul versante della rimozione dei rifiuti. Premesso che è sempre bene evidenziare con forza come l’amministrazione comunale non ha una disponibilità illimitata di fondi per questo tipo di lavori, tuttavia, i numeri degli investimenti per la rimozione dei rifiuti abbandonati e la pulizia di discariche abusive sono veramente importanti».
«Per spese di questo genere nel 2016 il Comune di Pisa aveva speso 88mila euro, nel 2017 56 mila, nel 2018 70mila. Poi, , quando il nostro lavoro è entrato a regime, nel 2019 abbiamo investito 228mila euro e 700 mila euro quest’anno, ovvero oltre 10 volte tanto quanto investito per questo tipo di lavori nel 2018, anno a metà del quale siamo partiti».
«Alla partita degli investimenti per la rimozione – prosegue Bedini – abbiamo affiancato un lavoro di riorganizzazione della macchina amministrativa, per essere in grado di eseguire controlli, sanzioni e un monitoraggio costante e aggiornato dei lavori svolti e quelli da fare. L’unità operativa che si occupa di controlli quando sono arrivato era ridotta all’osso in termini di pianta organica. E anche chi c’era era in procinto di andare in pensione. Non era, inoltre, previsto il distaccamento alla direzione ambiente di personale di Polizia Municipale, fondamentale per poter effettuare indagini, accertamenti e comminare direttamente sanzioni per illecito amministrativo sulle tematiche ambientali e del regolamento di polizia urbana, eseguire gli accertamenti e il contraddittorio previsto ai sensi dell’art. 192 del dlgs 152/2006 (discariche abusive), e soprattutto procedere al posizionamento e alla visione dei filmati della videosorveglianza ambientale mobile (e-killer) e alla visione dei filmati della videosorveglianza ambientale fissa (fotocamere AFC), posizionate sulle postazioni dei cassonetti stradali e conseguentemente procedere con segnalazioni di notizie di reato. Grazie a questo sistema, nel 2020 sono stati controllati 544 siti critici e sanzionati 103 trasgressori. Pur nella consapevolezza che la videosorveglianza non può risolvere tutti i problemi connessi con gli abbandoni o le scritte murarie, siamo convinti che le telecamere siano una delle strade da percorrere convintamente, sia per poter sanzionare nei casi in cui esse sono efficaci, sia in termini di deterrenza».
«Un discorso a parte – continua Bedini – lo merita l’intervento che abbiamo praticamente completato a Ospedaletto: la portata di quanto questa Amministrazione ha fatto in soli 2 anni arrivando allo sgombero del campo rom di via Maggiore di Oratoio è stata sicuramente sottovalutata. Si tratta di un lavoro che, nel suo ambito, non ha uguali negli ultimi anni in Italia. Aver eliminato una bomba sociale, sanitaria e ambientale che per 35 anni si è trascinata è un risultato storico per la politica pisana. Essersi fatti carico, con uno sforzo e investimenti ingenti, di ripulire quell’area, completamente di nostra competenza, era tutt’altro che scontato. Riuscirci in tempi record è stato un successo che costituirà uno dei fiori all’occhiello di questo mandato. Ma di questo parleremo a breve, dato che sta per concludersi la fase della rimozione dei rifiuti e a breve comunicheremo anche su questo».
«Ma la pulizia costa molto – continua Bedini -, e non possiamo fare tutto insieme e subito. Non si pulisce in un anno quello che si è sporcato in decenni. Dico questo perché sono consapevole che c’è ancora molto da fare, specie se si considera la situazione di degrado nella pineta adiacente al villaggio Città Sottili a Coltano. E se Ospedaletto è stata la nostra priorità, subito dopo viene sicuramente la zona di via dell’Idrovora.
In proposito voglio ricordare prima di tutto che stiamo parlando di una zona che la giunta Filippeschi si era impegnata a ripulire completamente al momento dell’assegnazione, pochi anni fa, delle 17 case che compongono l’insediamento specificamente dedicato ai rom. Per di più, da un punto di vista burocratico la situazione è più complessa perché le discariche principali insistono su terreni privati o dell’Università e che siamo in un territorio che fa parte del Parco di Migliarino-Massaciuccoli. I soggetti coinvolti sono, a differenza di Ospedaletto, molteplici e non è coinvolto il solo Comune di Pisa. E la necessità di creare un’azione congiunta rende tutto più difficile e allunga i tempi di intervento».