“Per la prima volta, al termine di un’operazione contro lo sfruttamento del lavoro, siamo riusciti a prendere in carico sul piano sociale un gruppo di lavoratori sfruttati”. A dichiararlo sono l’associazione L’Altro diritto e la Cgil di Firenze, intervenuti in occasione del sequestro, disposto dalla procura di Firenze, di un laboratorio tessile illegale a Vinci. L’operazione, eseguita a fine novembre dal Nucleo tutela del lavoro dei Carabinieri di Firenze ma resa nota solo oggi in seguito all’avvio degli accertamenti probatori, ha riguardato un immobile sito a Vitolini, frazione del comune della provincia fiorentina. L’immobile era stato adibito a laboratorio tessile e dimora fatiscente, in cui sono stati trovati, oltre al titolare dell’attività, una decina di lavoratori di cittadinanza bengalese, cinese e del Myanmar.

L’iniziativa di presa in carico sociale dei lavoratori sfruttati è scattata subito dopo la notifica del provvedimento di sequestro da parte dei militari, e ha visto la partecipazione de L’Altro diritto e della Cgil Empolese Valdelsa, in accordo con i servizi sociali dell’Unione dei Comuni del Circondario Empolese Valdelsa, gli operatori del Consorzio Co&So e della cooperativa sociale Casae. Ai lavoratori vittime dello sfruttamento sono stati assicurati un tetto e viene fornito supporto giuridico-legale per le questioni connesse ai loro permessi di soggiorno e a misure di tutela assistenziale e previdenziale.

“In questo caso, a differenza del passato, siamo potuti intervenire in tempo reale per offrire un minimo di protezione alle vittime di sfruttamento”, spiegano il prof. Emilio Santoro, fondatore de L’Altro diritto, e Paola Galgani, segretaria generale di Cgil Firenze.

“Abbiamo scongiurato un cinico e beffardo destino – dice Santoro – perché quasi sempre, nelle operazioni contro lo sfruttamento, gli sfruttati rischiano di essere vittime a loro volta della repressione dello sfruttamento. Il posto in cui si lavora coincide con quello in cui si vive, le persone si ritrovano in mezzo a una strada senza un posto dove andare a dormire, senza avere nessuna fonte di reddito. C’è stata un’eccezionale risposta del territorio, dei servizi sociali e di tutto il terzo settore e privato sociale. Sarebbe bello che il progetto Lavoro Sicuro, appena rifinanziato dalla Regione, assumesse questa modalità operativa in ogni caso di sfruttamento lavorativo di cui gli ispettori per la prevenzione della sicurezza sui luoghi di lavoro verranno a conoscenza”.

Aggiunge Galgani: “Esprimiamo soddisfazione per l’intervento effettuato. La Cgil è al fianco di chi lotta per la legalità e di chi viene sfruttato. Servono sempre maggiori controlli sul territorio perché va stroncata ogni tentazione di far poggiare la ricostruzione post-Covid sulla criminalità e l’illegalità. Anche per questo serve che i progetti regionali di lotta allo sfruttamento non solo restino in campo ma trovino nuovo slancio e rafforzino il loro operato. Tutto ciò con un sempre maggiore coinvolgimento delle associazioni del territorio e delle amministrazioni locali, e con una serie di interventi di carattere sociale con tutti gli attori territoriali”. 

Infine, le due organizzazioni accolgono con soddisfazione la notizia del rinnovo da parte della Giunta regionale del progetto “Prato Lavoro sicuro”. “È un progetto decisivo per contrastare lo sfruttamento della manodopera”, dicono Cgil e L’Altro Diritto che però ora chiedono un passo in avanti: “Ci auguriamo che la buona prassi che ha contraddistinto l’operazione anti sfruttamento di Vinci diventi a tutti gli effetti parte istituzionale di ‘Lavoro Sicuro’. Con la presa in carico degli sfruttati riusciremmo a combattere più efficacemente lo sfruttamento. Finché l’arresto degli sfruttatori porterà le vittime a stare in una condizione peggiore di quella che vivono quando sono sfruttati, saranno pochi quelli che denunceranno il proprio sfruttatore”.