PRATO. Hashish, marijuana, cocaina. In tutto 30 chili di stupefacente per quas8 mezzo milione di euro trovati a Prato a casa di 7na coppia albanese. Ala prova che la città è una delle basi di smistamento dello stupefacente in centro Italia. É questo l’esito di una importante operazione che ha visto impegnati i militari del nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale carabinieri congiuntamente a quelli del nucleo operativo e radiomobile della locale compagnia carabinieri .

I carabinieri hanno arrestato per “detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti aggravata” un 32enne albanese di Valona, con precedenti specifici di polizia, e sua moglie 22enne albanese domiciliati a Prato. Son9 stati trovati in possesso di kg. 25 di “hashish”, suddivisi in panetti da gr. 100gr. 528 di “marijuana” raccolti in una busta di cellophane e kg 4,117 di “cocaina” pressati in 12 pacchetti di diverse dimensioni ed il tutto, che avevano occultato nell’armadio della camera da letto, e’ stato sequestrato, repertato e sara’ depositato presso l’ufficio corpi di reato del locale tribunale. Il valore dello stupefacente e’ stimato in € 460.850.

Dopo l’arresto, l’uomo é stato portato in carcere a Prato, la donna si trova invece ai domiciliari. Le investigazioni sono state effettuate con i tradizionali metodi d’osservazione. Ormai da tempo gli investigatori si erano accorti che tra la comunitá albanese di Chiesanuova di Prato, vi era una giovane coppia di disoccupati, con un figlio di 3 mesi, che faceva vita agiata. La sera di mercoledì 9 con il pretesto di un controllo covid-19, i due venivano fermati e controllati a bordo d’una mercedes classe “a” in via del cilianuzzo quasi di fronte al portone di casa loro. Davano subito segni di nervosismo dicendo d’esser li perché recatisi a casa di amici peccato che sul citofono d’un portone d’ingresso di un condominio di quella strada vi fossero indicati i cognomi di entrambi. I coniugi insistevano di non avere le chiavi di casa, cosa vera poiché dopo averli perquisiti gli investigatori non le avevano trovate ma alla fine, non potendo negare l’evidenza del fatto che in quel luogo vi fosse ubicata la loro dimora, la donna consegnava le chiavi dell’appartamento che aveva occultate all’interno del pannolino del suo neonato di tre mesi ed entrambi s’arrendevano all’evidenza dei fatti. La droga era già confezionata per essere consegnata o spedita ed ancora una volta questo ingente sequestro dimostra come i trafficanti utilizzino la configurazione territoriale e la struttura logistica che supporta il tessuto produttivo imprenditoriale pratese per alimentare, con gradi numeri, il mercato dello stupefacente dell’italia centrale.  

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ultimo aggiornamento: 11-12-2020