«Nel territorio di Pescia e dintorni si concentra un gruppo di aziende specializzate nella produzione di piante di olivi di altissima qualità destinate ai produttori di olio di tutta Italia (e non solo) che rappresenta un’eccellenza di livello internazionale la cui leadership rischia di essere fortemente ridimensionata dalla concorrenza interna ed estera. Eppure il momento è propizio, perché il comparto è in evoluzione nel mondo, come ribadito anche oggi dal Coi (Consorzio oleicolo internazionale), e sono tanti i Paesi che vogliono investire in oliveti e aumentare il consumo di olio d’oliva. Bisogna rilanciare questo comparto di nicchia istituendo un “distretto del vivaismo olivicolo della Valdinievole” in conformità con la legge quadro regionale n. 17 del 2017 sui distretti rurali, in modo da rafforzarne l’identità e avviare progetti e investimenti nell’innovazione e promozione che siano co-finanziabili tramite fondi regionali ed europei».

E’ quanto sostiene e propone alle altre associazioni di categoria agricole provinciali e ai vari livelli istituzionali, Regione Toscana in primis, il presidente di Confagricoltura Pistoia Andrea Zelari in occasione del primo anniversario della “Giornata mondiale dell’olivo” istituita l’anno scorso, 26 novembre 2019, dall’Unesco per celebrare questa pianta così antica e importante anche sul piano simbolico e dell’odierno seminario sull’“Avvenire del settore oleicolo” organizzato a Madrid e sul web dal Coi, che riunisce il 94% dei Paesi produttori di olio di oliva e di olive da tavola e il 95% dell’intera produzione mondiale. Un seminario in cui sono state ribadite le varie opportunità commerciali sul mercato internazionale per i produttori di piante di olivo, visto che diversi Paesi, ad esempio Egitto e Georgia, stanno investendo in oliveti sia per ragioni produttive che ambientali e turistiche. Ma nel corso della quale è stata confermata anche l’egemonia sia economica che politica esercitata dalla Spagna, il primo produttore mondiale di olio, anche su questo terreno, un po’ come l’Olanda in campo floricolo. Tendenze a cui l’olivicoltura italiana potrà rispondere in maniera competitiva solo attraverso significativi investimenti nei propri oliveti, con infittimenti e sostituzioni di piante secondo precisi progetti mirati all’affermazione sui mercati dei nostri oli d’oliva.

«In questo contesto molto dinamico della filiera olivicola internazionale – sostiene Andrea Zelari – i vivaisti olivicoli della Valdinievole potrebbero giocare un ruolo molto più significativo innanzi tutto aumentando le forniture di piante certificate di qualità e di varietà ad hoc ai produttori di olio di tutta Italia per aiutarli ad essere più competitivi, ma dall’altro anche non disegnando di andare a presidiare meglio le olivicolture nascenti in molte parti del mondo per sottrarle all’influenza spagnola (nuove olivicolture possono significare spesso infatti anche nuovi consumatori di olio italiano). Ma per realizzare questi obiettivi è necessario rafforzare la propria identità e immagine investendo ulteriormente in ricerca, certificazioni e comunicazione. Tutto ciò si potrebbe realizzare meglio nel contesto di una cornice distrettuale specializzata analoga, in piccolo, al distretto vivaistico ornamentale pistoiese, che con l’adeguamento alla nuova disciplina dei distretti rurali, sotto la regia del nuovo soggetto referente, l’Associazione vivaisti italiani, sta avviando diversi progetti innovativi come ad esempio Autofitoviv per l’autocontrollo fitosanitario». 

«Sediamoci a un tavolo e ragioniamo insieme ai vivaisti olivicoli di Pescia e di tutta la Valdinievole del comparto – conclude Zelari rivolgendosi ancora alle associazioni agricole e alla Regione Toscana – su come impostare la creazione di un vero e proprio distretto, superando le conflittualità fra imprese per il bene di tutti, pur nel rispetto degli spazi di autonomia e legittima concorrenza tra le singole aziende».