PISA. Reato di tortura, crimini contro l’umanità, terrorismo, genocidio, corruzione internazionale, criminalità organizzata transnazionale sono fattispecie criminose che gli Stati si impegnano a contrastare in virtù degli obblighi di criminalizzazione che hanno contratto sul piano internazionale ed europeo. In questo contesto, l’Italia a che punto si trova? La risposta, secondo gli studiosi, è che esistono ancora alcune zone grigie, come per esempio nel caso del reato di tortura.l

Per approfondire e per analizzare la situazione italiana, Francesca Capone della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Marco Longobardo promuovono il convegno “L’attuazione in Italia degli obblighi internazionali ed europei di criminalizzazione”, iniziativa organizzata sotto l’egida del gruppo di interesse “Diritto Interno e Diritto Internazionale” della Società Italiana di Diritto Internazionale e di Diritto dell’Unione Europea (SIDI). L’evento si tiene venerdì 20 novembre, a partire dalle 9.00, sulla piattaforma Webex. Le credenziali di accesso possono essere richieste inviando una email a f.capone@santannapisa.it . 

 Alla conferenza partecipano docenti di diritto internazionale provenienti da varie università, in prevalenza italiane. Si tratta di un primo incontro su questo tema, organizzato da un gruppo di studiosi che si propone, tra l’altro, di approfondire e di promuovere lo studio delle interazioni tra l’ordinamento italiano e quello internazionale, soffermandosi in questa occasione sul confronto tra la normativa vigente in Italia e alcune delle principali condotte combattute, a livello internazionale: crimini di guerra, genocidio, tortura, corruzione internazionale, terrorismo, violenza di genere, crimini cibernetici contro i minori.

  “Fra le norme che fanno parte del nostro ordinamento e che sono state introdotte dal legislatore per rispondere agli obblighi contratti dall’Italia a livello internazionale ed europeo – spiegano gli organizzatori Francesca Capone e Marco Longobardo – esistono alcune zone d’ombra. Una di queste riguarda il reato di tortura. Sebbene il nostro Paese sia parte della Convenzione per l’eliminazione della tortura, il modo in cui il legislatore ha dato, finalmente, attuazione al relativo obbligo di criminalizzazione suscita diverse perplessità, rilevate anche dai giudici interni”.

  “Scopo di questa conferenza – proseguono gli organizzatori – è quindi analizzare le fonti e i vari tipi di obblighi di criminalizzazione di alcune condotte previsti dall’ordinamento internazionale e dell’Unione Europea e capire con quali limiti e criticità le norme internazionali vengono trasposte e recepite a livello nazionale, ampliando l’analisi oltre il caso della tortura. Vista l’importanza del tema e la sua insita interdisciplinarietà, a questo primo incontro farà seguito, nel 2021, un evento di più ampia portata nel quale speriamo di coinvolgere esperti appartenenti ad altre aree dell’Istituto Dirpolis _ Diritto, Politica, Sviluppo _ della Scuola Superiore Sant’Anna e ad altre università italiane, interessando in primis le aree di diritto penale e di diritto costituzionale”.

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ultimo aggiornamento: 16-11-2020