Riceviamo e pubblichiamo il Commento di Emanuele Amodei, Presidente di Palazzo Spinelli Group e vice presidente nazionale di Assopatrimonio

«In merito al recente appello, lanciato dal Comitato “Salviamo il Franchi”, di sottoscrivere una lettera intestata al Soprintendente Andrea Pessina sulla necessità di mantenere preservato nella sua integrità il pregevole Capolavoro di estetica e ingegneria di Pier Luigi Nervi e, in particolare, di attivarsi in modo che possa essere “ripristinato al suo splendore originale, come era prima delle manomissioni realizzate in occasioni dei Mondiali del 1990”, mi sento di sostenere certamente l’iniziativa, partendo però da una premessa: occorre distinguere la questione del recupero architettonico e del restauro dell’opera dalla questione puramente funzionale di “Stadio della Fiorentina”, tema tanto caro ai tifosi, alla proprietà Commisso e a tutta la città.

Firenze, la Fiorentina e i tifosi meritano certamente uno stadio moderno, attuale, sostenibile, a zero impatto ambientale e di immagine per una città che deve anche promuoversi al di fuori della sua meravigliosa storia e che si sta lanciando verso un reale e costante approccio europeo.

Per questo motivo concordo con Rocco Commisso che cercare soluzioni alternative al Franchi sia da considerarsi una possibilità concreta, che si parli di Campi Bisenzio o di un altro luogo. In Europa ne sono alcuni esempi l’Allianz Stadium a Monaco di Baviera o lo Stade de France a Parigi, Sant-Denis.

Non è certo la distanza dal centro che fermerà i tifosi. Se si può passare intere giornate ai Gigli, non vedo perché non si possa passare un’intera giornata allo Stadio fuori dalla città e goderne i servizi che può offrire.

Ben altra questione è il rischio di abbandono, distruzione o decadenza dello stadio Artemio Franchi, già Giovanni Berta. L’opera di Nervi deve essere trattata, a mio parere, al di fuori della sua mera funzione di Stadio, così come lo intendiamo oggi, ma quale preziosa testimonianza storico, artistica, ingegneristica e culturale della nostra città e del nostro Paese.

Pertanto, concordo con l’assoluta necessità d’intervenire a tutela del monumento e con la relativa proposta di restituirne la bellezza alle architetture pre-mondiali ’90, con tanto di pista d’atletica .Ma è necessario, contestualmente, avviare anche un serio progetto di riqualificazione dell’Artemio Franchi.

Con un buon progetto di sostenibilità economica e finanziaria, che non gravi troppo sulle spese del Comune e dei Cittadini, si può pensare, magari, di destinare le strutture interne a funzioni sportive diverse e variegate, ospitando, ad esempio, le Tante associazioni sportive e di organizzazione eventi che ogni giorno s’impegnano per i più giovani, per valorizzare le disabilità, e per mantenere vivi i valori dello sport in generale, dall’atletica alla scherma, dalla danza alla ginnastica artistica, al calcio amatoriale, alle palestre e così via. Si può pensare anche ad un museo, ad un centro di ricerca e di studio, a biblioteche oltre che all’organizzazione di eventi.

Insomma, mantenere la storia e il valore del monumento slegandolo dall’essere per forza uno stadio, ovviando ogni emendamento di semplificazione al Codice dei Beni Culturali e consentendone una funzione libera e educativa ai cittadini e alle future generazioni».

Emanuele Amodei: Presidente di Palazzo Spinelli Group, membro Icomos, vice-presidente nazionale di Assopatrimonio, da oltre 25 anni si occupa di valorizzazione del patrimonio culturale a livello nazionale e internazionale, mediante progetti di formazione, sviluppo competenze, attività di networking, conservazione, restauro e project management. Ha operato in oltre 60 Paesi nel mondo trasferendo l’eccellenza della tradizione fiorentina e italiana nel settore.