Siena, Teatro dei Rozzi dal Primo al 3 Novembre 2020

Torna in Italia Joe Sanders che col suo contrabbasso sarà protagonista della prestigiosa programmazione della 50ª Edizione dei Seminari Internazionali di Siena Jazz. La sua partecipazione ai SJU-Stage si tradurrà in una mini-residenza con gli studenti di Siena Jazz, da Domenica Primo Novembre a Martedì 3 Novembre, presso il Teatro dei Rozzi che grazie all’appoggio del Comune di Siena sta ospitando questo ciclo di prestigiosi appuntamenti didattici.

Purtroppo a causa delle limitazioni imposte dalle misure sanitarie volte a fronteggiare l’emergenza Covid-19 il consueto concerto finale che Joe Sanders avrebbe dovuto tenere con gli allievi del seminario è stato rimandato a data da destinarsi.

Il programma di questa edizione dei Seminari Internazionali di Siena Jazz, caratterizzata da un programma variato a causa dell’emergenza sanitaria, ha già visto gli interventi formativi ed i relativi concerti di Roberto Spadoni e Maurizio Giammarco con la “SJU – Siena Jazz University Orchestra”, di Enrico Rava, che ancora una volta ha confermato la sua presenza esclusiva ai Seminari Estivi di Siena Jazz e dell’olandese Jasper Blom e Seamus Blake. Le prossime mini-residenze in programma, a causa
delle continue variazioni sulla possibilità di spostamento degli artisti, verranno annunciate nei prossimi giorni, anche grazie ai canali social di Siena Jazz.

JOE SANDERS

Joe Sanders è senza dubbio uno dei giovani bassisti statunitensi più ricercati della sua generazione. Nato a Milwaukee nel Wisconsin dopo una adolescenza in cui ha mostrato un appetito musicale senza confini, ha studiato al Dave Brubeck Institute in California sotto la guida di Christian McBride assorbendo quelle basi che gli hanno permesso di diventare un bassista di grande creatività in ogni nota che suona. Da quel momento Joe ha avuto la fortuna di esibirsi e di imparare al fianco di luminari come: Dave Brubeck, Christian McBride, Terence Blanchard, Ron Carter, Roy Hargrove, John Clayton, Jimmy Heath, Charlie Haden, Herbie Hancock, Wayne Shorter, Ravi Coltrane, Mulgrew Miller e Geri Allen.
Dopo essersi trasferito a New York City, ed essere emerso come parte integrante della fiorente scena jazzistica newyorkese, Joe ha ampliato i suoi orizzonti musicali con musicisti visionari come Gerald Clayton, Justin Brown, Christian Scott, Ambrose Akinmusire e Fabian Almazan. La fusione tra le influenze assorbite dai maestri e dai musicisti della sua generazione hanno spinto Sanders verso un nuovo modo di concettualizzare il basso, di suonare la musica e di vivere la vita.

Il 2012 è stato il culmine di questo suo percorso e Sanders ha realizzato “Introducing Joe Sanders“, il suo primo album come leader per l’acclamata etichetta Criss-Cross Jazz, che comprendeva anche un brano commissionato dalla Jerome Foundation/Jazz Gallery, scritto per quattro bassi, pianoforte, sassofono e batteria. Ma la sua incessante ricerca non si è mai fermata e Joe ha continuato a cercare cercava nuove strade e avventure per estendere ulteriormente la sua ricerca dell’illuminazione e del “momento”.

Un anno dopo, Sanders si è così ritrovato sul palco con un musicista che incarna qualità simili, Charles Lloyd. Accanto a Lloyd, Sanders ha ampliato la sua conoscenza della storia del jazz da parte di chi l’ha vissuta, e ha approfondito la sua passione per esplorare le infinite possibilità dell’ignoto.

Continuando il suo viaggio Sanders si è esibito regolarmente con il suo ensemble, Joe Sanders’ Infinity e come sideman con Kendrick Scott Oracle, Gerald Clayton Trio e Ben Wendel Quartet. Nel settembre 2017, Joe ha pubblicato il suo secondo album come leader, “Humanity“, un lavoro ispirato alla violenza costante che colpisce la nostra vita quotidiana, ricordandoci di vederci e di trattarci l’un l’altro con compassione e amore, come esseri umani.

Attualmente Joe vive a Parigi con la sua bellissima moglie e il figlio. Quando non si esibisce in più di 18 paesi, non tiene corsi di perfezionamento o lezioni private e non va in tournée per oltre 100.000 miglia ogni anno, si diverte a scrivere di sé in terza persona davanti a un bicchiere di vino bianco.