Stabilizzare i precari per salvare la scuola. Se la scuola è in alto mare, il concorsone della Azzolina è l’iceberg all’orizzonte. I sindacati spiegano le ragioni della contrarietà, le loro proposte e fanno il punto sulla scuola toscana. 

Se c’è un ambito che più di altri ha mostrato carenze nella capacità di affrontare l’emergenza Covid, è quello della scuola. Dopo la chiusura più prolungata d’Europa, un’estate passata a discutere di banchi a rotelle piuttosto che a reclutare il personale necessario per gestire le lezioni in sicurezza, il disastro è sotto gli occhi di tutti.

Alcune regioni già hanno preso la via più facile, quella di una nuova chiusura indiscriminata, mentre in tutte continuano a mancare i docenti nelle classi, a oltre un mese dalla riapertura delle scuole. Colpa anche della decisione completamente illogica di varare nuove procedure per le supplenze e di bandire un concorso ad anno scolastico in corso. Una scelta inefficace, dannosa per la scuola e oltretutto ingiusta verso tanti precari che non potranno partecipare perché in quarantena.

Per spiegare le ragioni del no al concorso, raccontare la situazione dei precari e quella ancora difficile della scuola in Toscana, avanzare proposte concrete basate sulla logica e la conoscenza del settore piuttosto che sull’ideologia, i sindacati di categoria della Toscana Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals-Confsal, Gilda-Unams, terranno una