Irene Galletti è la candidata alla presidenza della Regione Toscana scelta dalla piattaforma del Movimento 5 Stelle.

Consigliere regionale uscente, portavoce e tesoriere del gruppo consiliare Irene Galletti è laureata in Giurisprudenza si è specializzata alla Scuola Superiore di Pisa con un master di Primo livello in diritti umani e cooperazione internazionale.  Ha 43 anni e un curriculum di tutto rispetto.  Non ha liste a sostegno in questa candidatura. Ha risposto così alle nostre domande.

Il M5S da Movimento in 5 anni è passato dal governo giallo-verde a quello giallo-rosso ma non sembra che si integri con nessuno. Non pensa che questo abbia portato chi aveva creduto in voi ad allontanarsi? E la situazione nazionale inciderà sul voto in Toscana?

Il Movimento 5 Stelle è una forza politica alternativa ai vecchi partiti, che pensa a risolvere i problemi dei cittadini prima ancora che al consenso. Se integrarsi significa allinearsi, è chiaro il motivo per cui si fa fatica.
Governare impone dei compromessi. Governare in tanti li rende inevitabili. Nel complesso però l’azione del Conte biso si sta rivelando efficace e di questo beneficeremo anche in Toscana. Fermo restando che le elezioni regionali fanno storia a sé.

Per la Toscana avere come Governatore una donna quando sarebbe importante in questo momento storico?

Credo sia un grosso limite ragionare in termini di Uomo-Donna. Il governatore di una regione deve avere caratteristiche come concretezza, lungimiranza, onestà, empatia, senso di responsabilità, passione politica e naturalmente preparazione; tutte caratteristiche che esulano dal sesso di un Governatore. E comunque ci sono donne presidente che non fanno gli interessi delle donne. Basta guardare la vicina Umbria con il caso della legge contro l’aborto farmacologico voluta e sostenuta da un Governatore leghista donna.

Quale è la sua formula per venire incontro ai giovani senza lavoro come ai tanti ultra cinquantenni che per la crisi si troveranno senza le loro attività, indebitati (e quindi non potranno ripartire in proprio) e senza lavoro.

Sarebbe molto bello poter dare una risposta semplice e d’impatto; il fatto è che i problemi complessi richiedono risposte complesse. La Toscana ha bisogno di infrastrutture reali e virtuali per far viaggiare le persone e la conoscenza tra il centro e le periferie. Il nostro piano è quello di investire una cospicua quota di Fondi europei sullo sviluppo di start up, industrie 4.0 e formazione. Parallelamente lavoreremo per favorire l’accesso al credito e a contributo a fondo perduto a chi è stato colpito maggiormente dalla crisi. Una risposta la stiamo già dando a livello nazionale con il Reddito di Cittadinanza ma la Toscana può e deve fare di più; un esempio? In regione abbiamo moltissime eccellenze; penso al turismo ma non soltanto; tutte realtà che lavorano da sole, spesso in competizione tra loro e senza un reale coordinamento per motivi di campanilismo, rivalità politiche o semplicemente miopia. Una tendenza che possiamo e dobbiamo invertire perché da soli non si va da nessuna parte.

La situazione economica sembra non preoccupare poi molto visto che si parla soprattutto di emergenza sanitaria, quale è la sua ricetta “veloce” per iniziare a far risollevare l’economia toscana?

Mettere in sicurezza il sistema sanitario è il primo passo per far ripartire l’economia toscana. Serve un piano di investimenti concentrato e non più contributi a pioggia. Ma prima di tutto serve capire che Regione si vuole costruire. Noi puntiamo molto sulla green economy e infatti abbiamo un piano da un miliardo di euro di investimenti per creare un sistema di gestione rifiuti in grado di dare lavoro a 11mila persone e massimizzare i benefici della differenziata, semplificando la vita ai cittadini

Mancanza di turisti e città d’arte al collasso. Quale strategia vorrebbe utilizzare per andare in aiuto alle tante città d’arte toscane?

Per prima cosa bisogna modulare gli affitti alle attività commerciali sulla base dei fatturati attuali. Un ristorante del centro di Pisa non può pagare oggi di canone di locazione la stessa cifra che pagava quando piazza dei Miracoli brulicava di persone. Non lo dico io, ma un’ordinanza del Tribunale di Roma. Servono accordi tra proprietario e gestore e servono subito.

Riguardo allo sviluppo integrato degli aeroporti di Pisa e Firenze quale è il suo parere in merito?

Molto semplice: bisogna sviluppare Pisa al suo massimo potenziale portandolo al più presto a 7 milioni di passeggeri l’anno e modernizzando il terminal. Dopodiché va realizzata una linea veloce che lo colleghi con la stazione di Firenze in modo da creare quel collegamento diretto tra il principale hub internazionale toscano e il capoluogo. L’aeroporto di Firenze andrebbe invece implementato ma senza devastare la piana fiorentina. Quello deve diventare uno scalo business per clientela alto spendente. E lo può fare anche con la pista attuale.

 In questi 5 anni il M5S è cambiato molto, da movimento di opposizione al governo giallo-verde e poi giallo-rosso. Adesso è in un momento di transizione e ridefinizione programmatica. Questa situazione nazionale inciderà sul voto in Toscana?

Le Regioni ormai hanno un impatto diretto sulla vita dei cittadini anche se a tratti appaiono lontane. Ecco perché è essenziale slegare il discorso delle regionali da quello del governo. Il Movimento è maturato e si è assunto responsabilità importanti. Siamo pronti a farlo anche in Toscana.

Sempre sui trasporti sia ferroviari che stradali (abbiamo strade rischiose e vecchie e troppo trafficate come FI-Pi-LI) come intende muoversi?

Il punto debole delle infrastrutture toscane è la scarsa integrazione. Occorre per prima cosa lavorare sulla manutenzione e la messa in sicurezza delle strade e dei ponti, cercando dove possibile di deviare il traffico pesante sulle autostrade, liberando ad esempio la Fi-Pi-Li. Dopodiché bisogna realizzare un collegamento ferroviario veloce sia lungo la costa, da Pisa a Roma che tra Firenze e la costa. Non ci possono volere 3 ore in treno da Grosseto a Firenze.

Società e famiglia quali sono le emergenze a suo avviso?

Per prima cosa bisogna garantire l’accesso più ampio possibile ai servizi educativi e dunque partiamo dagli asili nido gratis. Solo così saremo in grado di assicurare pari opportunità di lavoro a donne e uomini. Parallelamente dobbiamo aumentare i fondi per il diritto allo studio, rendere gratuito il trasporto pubblico per gli studenti e alleggerire di conseguenza le tasche delle famiglie. Solo così potremo rendere “sostenibile” la scelta di avere un bimbo.

Pensa che i cittadini toscani andranno a votare in % maggiore rispetto ad altre tornate elettorali?

No. I partiti stanno facendo l’opposto di quello che dovrebbero fare. Fanno appello al voto “utile” perché sanno che né i loro programmi né tantomeno i candidati sono in grado di risvegliare un toscano su due dal torpore che lo assale a causa di una classe politica sorda e inadeguata. Noi stiamo provando a far sentire la nostra voce, la sola critica, ma non è sempre facile fare breccia. L’unica opportunità per aumentare l’affluenza è il referendum sul taglio dei parlamentari. Quella può essere l’occasione di ampliare il nostro bacino di voti e dunque di partecipazione democratica. Perché una cosa vera c’è: chi non vota oggi, non può poi lamentarsi domani.

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ultimo aggiornamento: 08-09-2020