A qualche giorno dal voto per l’elezione del nuovo Presidente della Regione che ha visto vittorioso Eugenio Giani appoggiato dal Pd ci è venuto in mente di chiedere ad una donna che per la prima volta aveva deciso di “scendere in campo” per la Toscana, cosa non ha funzionato. Essendo Sandra Bianchini una persona che si occupa di lavoro per professione, vicina alla gente per capacità personali ci ha incuriosito ascoltare il suo parere.

Cosa non ha funzionato a suo avviso nella scelta politica del centrodestra?
Il centro destra in Toscana e soprattutto a Firenze, deve creare una nuova classe dirigente. Prendere il meglio della società civile e soprattutto non svegliarsi due mesi prima delle elezioni ma lavorare con continuità sul territorio. Sull’ attenzione e vicinanza continua al territorio è forte FDI che infatti è stato premiato alle elezioni.

Un candidato diverso da Ceccardi avrebbe potuto superare Giani?
Ceccardi era una buona scelta, giovane, donna, determinata ma non a due mesi dalle elezioni. Doveva essere preparata almeno un anno prima.

Cosa l’ha colpita di più di questa sua esperienza iniziale in campo politico? Credo che fare politica sia davvero un privilegio, farla con passione e con entusiasmo dovrebbe essere il valore comune. Spesso ci si inserisce in un percorso politico per la poltrona e questo rovina l’immagine che il cittadino ha dei propri rappresentanti.

Il suo partito di appartenenza è cresciuto, quello del candidato a Governato (Lega) ha perso qualche punto, cosa vi ha premiato?
Avere un leader come Meloni è la vera forza del Partito, donna senza vittimismo, coerente e capace, sono il plus che nessun altro partito può vantare adesso ha in Italia. Gli elettori votano prima lei poi i candidati. Resta il fatto che i candidati poi eletti, penso ai Sindaci di Pistoia e Piombino ad esempio, sono eccellenti. E questa è la miglior garanzia per l’elettore

Anche al vostro interno ci sono delle vedute diverse c’è, a suo avviso, un modo per avvicinarvi?
Certo che si, ci saranno sempre delle correnti e il pluralismo deve essere una ricchezza. Occorre confrontarsi e nelle differenze trovare una linea comune. Su questo aspetto ci credo molto.