Firenze, il sindaco Dario Nardella convoca la stampa per annunciare un ulteriore passo necessario al fine di superare lo scandalo parcheggiopoli con la nomina di un “tutore” per il direttore generale che non si dimette.

L’esordio è forte: “non prendiamo lezioni di legalità da nessuno, questa indagine è nata da una nostra precisa volontà. Siamo stati noi ad annunciare un giro di vite sul fenomeno. Grazie all’indagine della Polizia municipale è stata sgominata una banda di parcheggiatori abusivi e sono stati scoperti fatti molto gravi che accadevano in Sas.

Sarà il dirigente comunale di “lungo corso” Domenico Palladino a svolgere “un’attività speciale di controllo e ispezione. Palladino è persona di grande esperienza e capacità”.
Discontinuità è la parola d’ordine del Sindaco e alla nomina di Palladino segue il nuovo invito al direttore generale di Sas Cristiano Rebecchi a fare un passo indietro “pur non essendo – specifica – assolutamente coinvolto nella vicenda”.

Nel ribadire con tanto di articoli di giornali degli ultimi anni che la sua amministrazione è in campo da molto tempo per stroncare l’odiosa pratica dei parcheggiatori abusivi ne approfitta per snocciolare anche numeri concreti su come la sua prima giunta abbia portato la partecipata da un grave stato debitorio al segno positivo sul bilancio.

Un risanamento dei conti, fogli alla mano che parla di un risultato di esercizio passato dai meno 586mila euro del 2015 ai più 205mila euro del 2018.
Il sindaco sfiducia il direttore generale sottolineando come un suo addio favorirebbe l’inizio di questa “fase nuova” ma allo tesso tempo loda il suo operato economico.

Ribadisce Nardella che “la legge non permette al Sindaco di rimuovere né gli amministratori delegati né i direttori generali di una partecipata per una vicenda di questo tipo” e che di fatto chiedendone le dimissioni ha fatto il massimo.
Aspettiamo Rebecchi che, pare proprio non abbia voglia di fare un passo indietro.

Il sindaco poi annuncia “che servono sei mesi per avere un piano di riorganizzazione della Sas e dei suoi servizi. Questo il tempo concesso agli assessori a partecipate e mobilità Federico Gianassi e alla polizia municipale e mobilità Stefano Giorgetti. Ho chiesto agli assessori – prosegue -, di prendere in considerazione tutte le opzioni disponibili: dall’affidamento dei servizi ad altre partecipate, alla fusione con altre società”.

Pochissime parole da parte del Sindaco di ciò che forse crea più imbarazzo, ovvero la posizione di Jacopo Vicini, uomo della sua segreteria, talmente di fiducia di essere nel pool che lavora al fianco del presidente Commisso per trovare una soluzione allo stadio, accusato di voto di scambio per biglietti di concerti in cambio di voti con il principale indagato, oggi in carcere Nicola Raimondo e già a processo per la faccenda “piscinopoli” quando lavorava nella segreteria dell’Assessore Vannucci. Si rimana tutto a ciò che ha dichiarato l’avvocato del Vicini.

Nonostante l’incalzare dei colleghi rimane fumoso come sia stato possibile stracciare multe già fatte. La faccenda più indigesta questa per i fiorentini che le multe le pagano. Com’è possibile che siano state rimosse dai blocchetti multe fatte agli “amici”? Dove sono i blocchetti, le matrici? Chi ha chiuso gli occhi davanti alla mancanza di pagine dei blocchetti tutti segnati con numerazione progressiva?
C’è una procedura ulteriore di controllo?
Nardella allarga le braccia e dice: “faremo tutte le verifiche del caso”.

Parole che lasciano l’amaro in bocca e non bastano alle opposizioni.
Tutta l’opposizione unita, dopo aver chiesto e non ottenuto con la mozione d’ordine respinta nello scorso consiglio comunale mentre la vicenda esplodeva di parlarne subito tornano a chiedere al Sindaco di riferire ai cittadini nel luogo preposto: il Consiglio Comunale.

Richiesta che parte da Sinistra Progetto Comune e finisce a Fratelli d’Italia è una sola.
“Il Consiglio è l’aula che rappresenta la città ed è lì che se ne deve discutere” e in tal senso si giustifica anche la presenza tra i giornalisti del portavoce dell’opposizione Ubaldo Bocci che afferma: “dato che il sindaco non viene a riferirci in aula sono io venuto qui a sentire”.

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ultimo aggiornamento: 15-01-2020