Citofoni e democrazia. Parla il sindaco di Stazzema Maurizio Verona:

“Il tour di Salvini ai citofoni mi ha indotto a scrivervi di nuovo. Adesso abbiamo scoperto che si può andare in giro per le strade, rigorosamente con telecamere al seguito, a far confessare reati alle persone. Alcuni mesi fa da ministro dichiarava la sua fiducia ed il sostegno alle Forze dell’ordine, oggi si sostituisce a loro.  C’è un qualcosa di barbaro in questo modo di fare politica ed in particolare la necessità e la volontà di stereotipare le persone, il tunisino spacciatore, l’immigrato stupratore, il meridionale fannullone e così via. In questo modo si costruiscono i nemici: ha sempre funzionato così, toccò agli ebrei ottanta anni, che si diceva avessero sembianze ed atteggiamenti definiti: allora si scomodarono addirittura degli scienziati della razza e furono in molti che bombardati dalla propaganda iniziarono ad intravedere quei segni distintivi in coloro che a quel momento dovevano essere il nemico.

Non è cambiato niente, sempre la solita storia: ma vi è un qualcosa di ancor più inquietante della campagna elettorale che parla alla pancia delle persone ed è un certo giornalismo che si piega a raccontare questi episodi, dando credito a questa visione della politica. Non vi trovo niente da raccontare in questo modo subdolo di parlare agli elettori, facendolo passare in un certo senso come divertente, brillante, degno di nota. Si dovrebbe aiutare il cittadino ad informarsi ed invece, lo si inonda di spazzatura mediatica. Si diceva un tempo l’importante è parlarne e forse vale ancora oggi questo vecchio adagio.

Noi crediamo in una informazione libera, democratica, plurale, che aiuti la società dando più punti di vista e di prospettiva: creare stereotipi, costruire gabbie, serve solo a chi vuole soffiare sul fuoco della paura, vedendo ovunque mostri che, non è un caso, sono sempre diversi da quel noi che si vuole difendere. A commettere i reati sono sempre gli altri, così eliminati i diversi il nostro Paese potrebbe tornare a crescere. Ci tranquillizza l’idea che a spacciare, stuprare, rubare, uccidere siano sempre qualcosa che è altro da noi.

Sempre la solita storia, sempre il solito refrain. Una soluzione semplice, l’eliminazione del diverso, tipico di populismi, tipico dei regimi, bastano i pieni poteri ad un capo. Il bello di essere antifascisti è cercare soluzioni che includano e non escludano, che non cerchino colpevoli esterni, ma contribuiscano ad una crescita complessiva della società. Il clima di odio che si respira si alimenta di una politica mediocre che divide e con un certo giornalismo che non fa il suo mestiere.

Dobbiamo vigilare assieme”.

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ultimo aggiornamento: 24-01-2020