Umile”; “modesto”; “uno che si ferma a parlare con tutti, fa le foto con i bambini”. Certamente  uno che ha trasformato il talento in una scalata di fatica e di vittorie in uno degli sport più popolari e amati, specialmente in Toscana: il ciclismo. Alberto Bettiol, classe ’93, nato a Poggibonsi e cresciuto a Castelfiorentino, ha ricevuto questa mattina, giovedì 21 novembre, il Gonfalone d’argento del Consiglio regionale. “Il massimo riconoscimento dell’assemblea a chi valorizza con la sua opera la nostra regione e il nostro popolo”, come ricordato dal presidente Eugenio Giani, aprendo l’iniziativa decisa dall’Ufficio di presidenza del Consiglio – presente anche Antonio Mazzeo –, dopo la mozione presentata da Enrico Sostegni e Ilaria Giovannetti, approvata all’unanimità dall’aula all’indomani della vittoria di Bettiol dell’ultimo giro delle Fiandre. 

In platea i genitori e la fidanzata del campione e Alessio Falorni, sindaco di Castelfiorentino, “la capitale della Val d’Elsa, uno dei luoghi dove il ciclismo trova la sua espressione più bella”, osserva Giani. Nelle parole del presidente la lunga storia dell’amore tra la nostra regione e le due ruote, con campionissimi del passato, come Gino Bartali, e poi Paolo Bettini, “il grande patron dei ciclisti”, Alfredo Martini, Cipollini. È l’omaggio “alla Toscana che riesce a sfornare grandi atleti”, ma anche, rivela Giani, “la Toscana che per prima in Italia organizzò una gara di ciclismo, la Firenze-Pistoia del 1870. Il 2 febbraio prossimo sarà festeggiata la ricorrenza, 150 anni dopo”. Con la vittoria di Alberto Bettiol “si risveglia un’emozione, da tutti noi c’è un grande sentimento di partecipazione emotiva”.

Enrico Sostegni saluta “l’entusiasmo che questa vittoria ha dato a tanti anche qui, in Consiglio regionale”, ma riconosce “la forza” della catena di valori e di impegno che Bettiol rappresenta: “la famiglia, la società sportiva, una come ce ne sono tante, che però diventa il luogo dove tanti crescono”. La lezione è una: “I risultati si conquistano con il forte impegno, accanto alla predisposizione: Alberto quando ha vinto ha dimostrato questo. È uno che è rimasto coi piedi per terra, ed è una persona per bene”.

Il sindaco di Castelfiorentino, Alessio Falorni  si dice “orgoglioso” non solo per i successi sportivi del ciclista che nella città è cresciuto e si è formato – con tanti meriti da tutti rivolti a Lorenzo Zanobini, dirigente storico della società di Castelfiorentino, che siede in platea –, quanto “per il riconoscimento a ciò che Alberto è anche come persona. Ancora oggi, che è un atleta di fama internazionale, si ferma per strada, dà relazione a tutti, fa le foto con i bambini”. “È come avere Maradona vicino di casa”, dice ancora Falorni, prima di rivolgersi direttamente a Bettiol: “Con i mezzi di diffusione di oggi non è poi così difficile dare grande visibilità ai risultati conseguiti nello sport; ma puoi rimanere nel cuore delle persone solo se hai certi valori. Noi siamo gente orgogliosa e siamo umili – continua il sindaco –; siamo gente che crede nel darsi da fare per crescere il proprio talento. E tu oggi ci rappresenti al meglio”.

Infine lui, il campione che nel 2019 ha vinto la classica belga. L’ultimo corridore italiano a farlo era stato Alessandro Ballan, nel 2007. Sguardo limpido, toni pacati, professionista dal 2014, nel 2016, Alberto Bettiol si è classificato terzo al tour del Pologne e secondo alla Bretagne Classic Ouest-France. “Sono onorato – dice ricevendo il Gonfalone –; questo è il premio più bello, perché viene dalla Toscana”. “Ho vinto davanti ai più forti, ho lottato tanto nei mesi precedenti per allenarmi, ma non ce l’avrei fatta senza la famiglia, senza Lorenzo (Zanobini, ndr) e i giovani che sono con lui, senza il parroco”. Poi un augurio: quello di avere “la forza e la responsabilità di potermi riconfermare e portare di nuovo la nostra regione in alto in tutto il mondo, come è stato con questa vittoria”.             

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ultimo aggiornamento: 21-11-2019