Cresce il razzismo e lo stadio diventa un luogo doev praticarlo e dare visibilità.  Giacomo Martelli, presidente delle Acli della Toscana, ha commentato l’episodio di razzismo contro Mario Balotelli accaduto ieri a Verona. “Lo sport in generale, e quindi anche il calcio in particolare, sono attività che uniscono o almeno dovrebbero unire le persone. Quando si gioca a calcio ci si confronta fra esseri umani senza nessun’altra distinzione. È per questo che quando sentiamo cori razzisti negli stadi, sentiamo quanto sia messa in pericolo la ragione stessa dello sport e quindi la ragione stessa di uno degli aspetti fondamentali del nostro vivere civilmente insieme gli uni a fianco degli altri”

“Sono atteggiamenti inaccettabili che purtroppo si inseriscono in un contesto in cui episodi analoghi sono sempre più frequenti. Per questo motivo accogliamo con molto favore la presa di posizione del presidente della Fiorentina Rocco Commisso che ha condannato l’episodio e a lui rivolgiamo l’appello di farsi promotore a livello di Federcalcio e Lega di Serie A con tutti gli altri presidenti per l’introduzione di nuove regole molto più severe.

“Il tempo delle parole ora è finito – aggiunge Martelli – gli stadi non possono essere zone franche dove non esiste il rispetto della legge. Occorre che gli organi preposti intervengano in maniera univoca e ferma per chiudere una volta per sempre questa triste storia. Sarebbe ora quindi che quando si sentono ‘buu’ discriminatori, se non addirittura razzisti, si condanni gli autori al Daspo permanente da ogni manifestazione sportiva, individuando i responsabili anche attraverso l’uso della tecnologia.”

“Infine – conclude Martelli – anche le società devono fare chiarezza sui rapporti che hanno con le proprie tifoserie. E’ bene infatti che gli interlocutori siano scelti se rispettano i valori stessi dello sport.”

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ultimo aggiornamento: 05-11-2019