I vigili di quartiere, finanziati dalla Regione per un triennio in quindici comuni della Toscana, sono arrivati anche a Prato nella zona del Macrolotto Zero attorno a via Filzi, spicchio di città a ridosso del centro storico. Pattuglieranno a piedi strade e piazze e li riconosci dal logo con il Pegaso stampigliato su un patch in tessuto cucito sulla manica sinistra di giacche, camice e giacconi della divisa, chiamati a diventare un punto di riferimento per residenti e commercianti e un deterrente per le persone poco oneste.

Ma con loro loro ci saranno anche ispettori di Alia, a controllare e dispensare chiarimenti sul corretto conferimento dei rifiuti. Come Fabio, italiano che parla anche cinese, lingua assai utile da conoscere in un quartiere dove numerose sono le famiglie di origine orientale. Ci saranno volontari mediatori, per lo più studenti di origine orien tale di seconda generazione, individuati dalle associazioni italo-cinesi. E in futuro si potrebbero aggiungere pure operatori del servizio immigrazione del Comune.

Il progetto sperimentale al Macrolotto zero è partito il 7 ottobre e i sei agenti hanno già effettuato quaranta turni di mattina, ventisette di pomeriggio e venti di notte. Tra via Filzi e via Mameli a primavera sarà pronta anche una sede, nel centro polifunzionale che ospiterà la medialibrary. Tre le zone oggetto di vigilanza c’è anche via Medaglie d’oro. Ma opereranno anche al Soccorso, dove pattugliamenti già ci sono stati in estate, a San Giusto e a San Paolo. Un modo per accrescere la percezione di sicurezza in quartieri giudicati ‘delicati’, arginare piccoli fenomeni criminali ma anche contrastare il degrado urbano. E oggi alle 15 con loro per strada con loro c’era anche l’assessore alla presidenza della Toscana Vittorio Bugli, accompagnato dal sindaco Matteo Biffoni e l’assessore comunale alla sicurezza urb ana Flora Leoni.

L’idea del progetto di vigili di prossimità era stata lanciata dalla Regione all’inizio dell’anno, accanto appunto alla richiesta all’allora Governo di un innalzamento della dotazione delle forze dell’ordine, che a giugno risultava ancora insufficiente in Toscana, costretta peraltro a fare i conti con pensionamenti anticipati. “Gli ottanta vigili il cui costo la Regione rimborserà ai Comuni – sottolinea l’assessore alla presidenza e alla sicurezza della Toscana, Vittorio Bugli – sono sicuramente un miglioramento concreto”.

La rivoluzione del modello di ‘polizia di prossimità’ sta nella vicinanza ai cittadini. “Si ribalta di fatto il paradigma – spiega ancora l’assessore -: in un certo senso non è più solo il cittadino che deve recarsi in Comune per denunciare, per lamentarsi, per chiedere o sollecitare un intervento, ma è il Comune, avendo per tramite l’agente, che si muove sul territorio, parla con i cittadini, comprende le loro problematiche ed interviene per risolverle addirittura prima che una necessità emerga.

Per questo è importante che l’azione sia concentrata su una parte ben delimitata della città e che gli agenti che svolgano questa funzione siano nel tempo gli stessi”. I vigili devono imparare a conoscere il quartiere, i cittadini a fidarsi. Azione di prevenzione (anche sociale) prima che di contrasto. “Disponibilità ed approccio collaborativo – chiarisce Bugli – sono essenziali, anche se alla fine l’obiettivo rimane naturalmente quello di far rispettare le norme”. “Non possiamo permettere in alcun modo che sul rispetto delle regole ci siano deroghe – ribadisce il sindaco di Prato e presidente di Anci Toscana, Matteo Biffoni – ma è utile affrontare la situazione sia dispensando informazioni che comminando sanzioni”. “Con i vigili di quartiere – aggiunge – proseguiamo un lavoro giù iniziato da tempo, con una presenza e interventi capillari sul territorio. E qualche miglioramento si comincia a vedere”.

Con i vigili di quartiere la polizia municipale adatta la sua organizzazione alla realtà locale e ai problemi vivi del territorio. Collabora con i cittadini per aumentare la sicurezza delle città, percepita o oggettiva. Ascolta e crea relazioni di fiducia.

Nello sperimentare il progetto – d’accordo con Anci Toscana, l’associazione dei Comuni – è stata data precedenza ai territori dove più alto era l’indice di delittuosità rispetto agli abitanti ‘equivalenti’, almeno 35 mila, ovvero considerando non solo i residenti ma anche pendolari, studenti, turisti e chiunque in città e in quei comuni si sposti durante il giorno. Alla fine sono stati individuati quindici comuni. Nei dieci con più di 55 mila abitanti (Viareggio, Pisa, Firenze, Massa, Prato, Livorno, Lucca, Pistoia, Grosseto e Arezzo) la Regione sosterrà la spesa per gli stipendi di tre coppie di vigili ripartiti in tre turni. Gli altri territori (Pontedera, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Empolie Piombino) potranno contare su due coppie in altrettanti turni. In tutto fanno ottanta agenti.

“Ma con il nuovo bando su lle politiche per la sicurezza potranno essere finanziati anche altri progetti in altri comuni” annuncia Bugli. “Naturalmente chiediamo anche al nuovo governo, come fatto in passato, di rivedere gli organici delle forze dell’ordine – sottolinea l’assessore –. Ma oltre a chiedere, abbiamo voluto intanto sostenere i sindaci che più sono impegnati sul territorio”.

Gli agenti in strada seguiranno un corso specifico. Se scelti tra i vigili già assunti e con maggiore esperienza e attitudine, come nel caso ad esempio anche di Prato, per rimpiazzarli nel disbrigo del resto delle attività quotidiane arriveranno altrettanti vigili. Il concorso, spiegano in palazzo comunale, è già stato bandito e gli stipendi dei nuovi agenti, sei in questo caso, saranno tutti a carico della Regione, per tre anni fino al 2021. Il Comune si impegna comunque a dare continuità al progetto almeno per ulteriori tre anni. Solo per Prato la spesa a carico della Regione è di 675 mila euro, quasi 9 milioni nel complesso e per l’intero triennio in tutta la Toscana.

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ultimo aggiornamento: 18-11-2019