Stop a tutte le guerre, il sindaco di Stazzema scrive all’ONU
Ci risiamo. Tornano a tuonare i cannoni e la guerra di nuovo scoppia ai margini dell’Europa. E nessuno dice niente. Ho scritto all’Onu, tramite la rappresentanza italiana presso le Nazioni Unite, per far sentire la voce del Parco Nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema. La lettera è stata inviata anche al Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, al Presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, al Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico e al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. Noi ci sentiamo sempre dalla parte delle vittime della guerra, di qualsiasi guerra, perché la nostra comunità sente ancora profonde le ferite che derivano dai conflitti. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la nascita dell’Onu aveva segnato una speranza: una speranza che non vi fosse più spazio per la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. E invece, conflitti sempre più cruenti si sono succeduti: due anni fa a Sant’Anna di Stazzema, i ministri degli Esteri del G7 vennero a Sant’Anna di Stazzema per ribadire il loro impegno contro ogni conflitto. Oggi di fronte all’invasione del Kurdistan da parte della Turchia, non possiamo più tacere: abbiamo tollerato la soppressione delle libertà di opinione, le minacce di invasioni di profughi e di nuovo subiamo silenziosamente quelle minacce, come se la nostra intrinseca e profonda opposizione alla guerra potesse essere oggetto di mercanteggiamento. Il Parco Nazionale della Pace invita l’Onu a prendersi le sue responsabilità al cospetto di questa nuova guerra che come tutte le altre, sarà sanguinosa e ingiusta. Non sta a me dire quali dovranno essere le misure da adottare, ma certamente non si può più esitare e non possiamo accettare ricatti da chi usa le vite umane per i suoi tornaconti politici.