Tavarnelle – Barberino Val di Pesa, il sindaco David Baroncelli contro: “una scelta priva di buon senso, intollerabile e incomprensibile, chiediamo il ritiro del provvedimento, ci muoveremo nelle sedi opportune insieme agli altri comuni interessati dai tagli”

Entro il mese di dicembre potrebbe dimezzare l’orario di apertura al pubblico dell’ufficio postale di Tavarnelle Val di Pesa, l’unico disponibile e attivo nella fascia pomeridiana nel territorio di Barberino Tavarnelle.
Un disservizio inaspettato e improvviso, causato dalla riduzione del 50 per cento delle prestazioni erogate dallo sportello di piazza Matteotti, di cui l’amministrazione comunale è venuta a sapere da fonti attendibili, senza tuttavia ricevere alcuna comunicazione ufficiale.

“La decisione unilaterale, presa in totale autonomia e priva di un confronto con gli enti locali, è espressa in uno ‘stile’ che già in passato avevamo avuto modo di biasimare, con la chiusura ipotizzata, poi scongiurata, degli uffici postali decentrati nelle frazioni. La nostra è una chiara posizione di denuncia e condanna nei confronti di un provvedimento e di un piano di riorganizzazione di Poste Italiane che mostra una gestione approssimativa e che purtroppo sembra accomunare il destino di altre amministrazioni pubbliche dell’area fiorentina. Riteniamo questa scelta priva di buon senso, intollerabile e incomprensibile”.

Il sindaco di Tavarnelle – Barberino Val d’ Elsa Davide Baroncelli


Appresa la notizia del ridimensionamento programmato da Poste nelle prossime settimane, il sindaco di Barberino Tavarnelle David Baroncelli sale su tutte le furie e rompe il silenzio “ingiustificato”, criticando apertamente la decisione e le gravi conseguenze sul piano sociale cui andrebbe incontro il territorio, se il taglio fosse reale e imminente. “E’ evidente – attacca il primo cittadino – le priorità di Poste non sono legate all’interesse collettivo ma ad una gestione esclusivamente economica del servizio postale in Italia. Eppure l’azienda, negli ultimi, aveva visto chiudere il proprio bilancio in utile, beneficiando dei tagli sul personale, della riduzione dei servizi, a fronte di un’assenza di investimenti. Poco importa, dunque, se si riduce un servizio essenziale per la tenuta sociale della comunità, in un settore sensibile che coinvolge le fasce deboli della popolazione. E, tra i vertici dell’azienda, importa a qualcuno se si appiattisce il livello dei servizi e si dimezza l’apertura degli sportelli presenti sul territorio? Gli interessi reali sono altri, sono quelli di una società che guarda fa quadrare i conti, anzi è all’attivo sul piano finanziario, mentre si compromette la tenuta occupazionale e la qualità dei servizi. Non lasceremo agire un atteggiamento che mostra totale indifferenza al bene delle piccole comunità, che invece rappresentano punti di forza e di identità della cultura italiana. Prenderemo posizione nelle sedi opportune insieme alle amministrazioni comunali interessate dalla stessa posizione. Contro un’azienda che non rispetta gli accordi e si rivela inaffidabile, come testimonia il recente caso della soppressione arbitraria del codice di avviamento postale di Barberino Val d’Elsa, ci batteremo come abbiamo già fatto alcuni anni fa per la sopravvivenza degli sportelli nelle frazioni del nostro territorio. Chiediamo all’azienda spiegazioni chiare in merito a tale vicenda e un tavolo di discussione che definisca il ritiro di un provvedimento che consideriamo illogico e immotivato. A questo punto ci domandiamo: è possibile che ci sia un legame tra la soppressione del Cap e la riduzione del servizio postale, che tutto rientri in una manovra pianificata da tempo?”.