Firenze, “Nella giornata dedicata alle vittime degli incidenti sui luoghi di lavoro è morto Paolo un agricoltore di 32 anni in un fazzoletto di terra a Fossano nel cuneese. E’ rimasto schiacciato mentre caricava un mezzo agricolo che si usa per la raccolta dei fagioli. Il giorno prima Antonio, un operaio di 57 anni che lavorava alla ripulitura di un oleodotto nella campagna intorno a San Miniato (PI) è morto incastrato nel macchinario che tritura il legno.
Mentre Paolo chiudeva gli occhi per l’ultima volta, nel resto d’Italia si parlava.
Solo parole e speranze – sottolinea il presidente del Consiglio comunale Luca Milani, intervenendo a Fucecchio nella manifestazione regionale Anmil, in occasione della 69° Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro – in un paese dove ogni giorno mediamente muoiono tre lavoratori, sul posto di lavoro o durante il tragitto.

Nel 2018 ci sono stati oltre 600.000 infortuni e 1.133 morti. Credo che sia anche giunto però il momento di smettere di “pesare” statisticamente la morte, perché ogni vita strappata è una tragedia incommensurabile, per la famiglia, gli amici, la comunità.

Giustamente su tutti i giornali vengo riportate le dichiarazioni del leader della CGIL che dice che si continua a morire come negli anni settanta. Io mi chiedo quale altro settore non ha segnato miglioramenti enormi nella nostra qualità di vita dagli anni ’70? La sanità? La tecnologia? La mobilità? La libertà? La scuola? E allora com’è possibile che per gli incidenti sul lavoro non abbiamo fatto nessun progresso?

Stiamo cercando di competere, nel modo sbagliato, al mercato globalizzato, con una sola ricetta: riducendo i costi di produzione e del lavoro. Dobbiamo avere il coraggio di ammetterlo – conclude il presidente Luca Milani – abbiamo sbagliato. E’ giunto il momento di ritornare noi stessi e di competere in altro modo”.

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ultimo aggiornamento: 21-10-2019